Marcello Zacché
da Milano
Da ieri Marco Tronchetti Provera è più forte in Telecom Italia. La quota di riferimento del capitale del gruppo di tlc passa dal 18 al 23,2%. Ma in realtà arriva anche più su, fino al 25%. E in prospettiva potrebbe crescere ulteriormente, tramite lingresso di nuovi soggetti. Bancari.Laccordo siglato ieri vincola Olimpia (la holding che detiene il 18%) e i suoi soci, Pirelli (che di Olimpia ha l80%) e Benetton (ha laltro il 20%), a mettere insieme le rispettive partecipazioni in Telecom Italia insieme con Generali (che ha il 3,7%) e Mediobanca (1,5%). Il totale fa 23,2%. Ma se a questa quota si sommano anche la partecipazione dell1,4% che Pirelli detiene fuori da Olimpia e un ulteriore 0,4% di Generali si arriva appunto al 25%. Inoltre laccordo siglato ieri è aperto allingresso di altri soggetti che volessero vincolare quote di almeno lo 0,5% del capitale.
E in proposito, secondo fonti di mercato, sembra che lingresso di altre banche sia imminente. Laccordo vincola le parti per tre anni, con un impegno di lock-up: divieto cioè di modificare le quote conferite, se non nellambito di precisi accordi di prelazione.
Dal punto di vista di Tronchetti, presidente di Pirelli e Olimpia (e come tale di gran lunga il maggiore azionista «in trasparenza» di Telecom Italia) loperazione ha il pregio di blindare Telecom a fronte di eventuali intenzioni ostili che qualcuno poteva lanciare a buon mercato (ventilate persino dal famigerato piano governativo di Angelo Rovati, che calcolava unOpa sul 29% a 2,7 euro per azione, con un esborso limitato ai 10 miliardi). Ora, con una quota che si appresta ad avvicinarsi al 30% (soglia dellOpa obbligatoria), chi avesse cattive intenzioni dovrebbe mettere sul piatto non più 10, ma almeno 30 miliardi, per unoperazione totalitaria.
Inoltre Pirelli lancia al mercato, ai suoi grandi soci, e allo stesso management di Telecom (compreso il suo neopresidente, Guido Rossi) un segnale di maggiore stabilità. Così da migliorare le condizioni «ambientali» nelle quali già da mercoledì prossimo, con il cda convocato da Rossi per valutare le ipotesi di riassetto del gruppo, i consiglieri saranno chiamati a prendere le prime importanti decisioni del dopo-Tronchetti. Infine laccordo punta ad evitare che Pirelli, appena salita all80% di Olimpia e in vista del rinnovo del cda della holding, rischi di consolidare la partecipazione in Telecom. Si legge infatti nel testo del patto che «non esiste alcun soggetto che in virtù del patto esercita il controllo della società».
I vincoli dellaccordo non impediscono a Pirelli di uscire dallazionariato del gruppo telefonico: in deroga a quanto previsto dallintesa, Olimpia ha la facoltà di cedere la sua partecipazione, se cè unofferta dacquisto, ma Mediobanca e Generali hanno un diritto di prelazione sulla quota. La prelazione non è però esercitabile se il terzo acquirente si impegna ad acquistare anche le azioni di Mediobanca e Generali. La situazione è la stessa se Pirelli, con o senza i Benetton, decidesse di cedere il controllo (quindi una quota superiore al 50%) di Olimpia.
Il patto parasociale sarà guidato da una direzione a cui parteciperanno tutti gli aderenti del patto, e che dovrà esprimere un presidente. In ogni caso i partecipanti del patto avranno lobbligo di consultarsi prima dellassemblea, ma non quello di votare nella stessa direzione: ognuno sarà libero di esprimere le proprie preferenze.
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