da Siracusa
Una giornata di festa si è trasformata in un ferragosto feroce di follia nelle campagne di contrada Val Zelmo, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, dove Salvatore D'Alì, 57 anni, carrozziere, ha ucciso la moglie Maria Concetta Bonfiglio, 51 anni, infermiera nell'ospedale siracusano, e la suocera Concetta Magro, 84 anni, e si è poi suicidato impiccandosi. L'uomo prima ha ucciso la moglie e la suocera, strangolandole con una corda d'acciaio, poi si è tolto la vita impiccandosi con lo stesso fil di ferro. La tragedia familiare, secondo gli inquirenti, sarebbe maturata nell'ambito di «forti contrasti caratteriali» tra l'omicida e la suocera, che si ripercuotevano nei rapporti interpersonali tra lo stesso D'Alì e la moglie. I carabinieri del reparto operativo di Siracusa hanno trovato addosso all'uomo una lettera in cui questi non spiega i motivi del suo gesto ma si rivolge ai due figli, ai quali dà indicazioni precise riguardanti l'eredità.
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