«La Papi ci ha descritto gli interventi per gli alluvionati. A un certo punto si è permessa di dire che i metodi usati dalla Fondazione Carige per destinare i soldi alle famiglie, avevano provocato solo lungaggini e ritardi perché non li aveva dati subito al Comune».
Carla Boccazzi è consigliere del Pdl nel municipio della Bassa Val Bisagno, uno dei più colpiti dal nubifragio del 4 novembre scorso. E quando il 25 gennaio, lassessore alle politiche socio sanitarie del Comune di Genova, Roberta Papi è venuta a fare la sua relazione sullo stato degli aiuti, si è seccata e non poco a sentire quelle affermazioni. «Per carità, in un secondo momento ha ammesso che i fondi sono andati alle famiglie e ha detto che il suo intervento non voleva essere polemico verso la Fondazione, ma io lho contestata. Carige ha saltato il Comune per essere più diretta e dare i fondi agli alluvionati nel minor tempo possibile e in maniera capillare sul territorio - dice la Boccazzi -. Quelli della Fondazione sono andati a buon fine, quelli del Comune non so». Da che pulpito viene la predica della Papi, si chiede la consigliera del Pdl.
«Nel mio municipio so come sono andate le cose, ma magari negli altri due, Medio Levante e Media Val Bisagno dove è andata lassessore, non so se siano riusciti a controbattere e magari prendono per oro colato quello che ha detto». La cosa che più preme alla Boccazzi è far sapere alla gente la correttezza delle modalità scelte dalla Fondazione Carige. «Io lo so, ma non ho idea se negli altri municipi siano al corrente».
Anche il consigliere della Lega, Bruno Ferraccioli è daccordo con la Boccazzi. «Lassessore Papi ha detto che era meglio che la Fondazione Carige desse i soldi al Comune. Ma è chiaro che le casse di Tursi, quelle della Regione e dello Stato sono messo come sono. Allora un ente che sblocca subito 188mila euro per unemergenza, mi pare sia una nota positiva.
Forse è stata unosservazione con poco gusto, aggiunge Ferraccioli.
«Cara grazia che siano arrivati tutti quei soldi».
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