La rottura tra Regione e Comune di Santa Margherita è insanabile. Al termine dell'ultimo incontro l'assessore regionale all'urbanistica, Marylin Fusco, se n'è andata imbufalita senza nemmeno salutare. Il motivo è sempre lo stesso: l'ex ospedale che l'ente di via Fieschi vuole vendere modificandone la destinazione d'uso. Il Comune, in cambio, riceverebbe gli oneri di urbanizzazione, una parte di alloggi a favore dei residenti, una superficie destinata a strutture di pubblico servizio (con la possibilità di realizzare la piastra ambulatoriale) e il 10% sulla plusvalenza derivante dalla valorizzazione dell'immobile. Ma il «no» alla richiesta di una delibera ad hoc per cambiare la destinazione d'uso dell'ospedale è arrivato unanime, dal sindaco e da tutti i capigruppo consiliari. «Abbiamo ricevuto pressioni pesanti e vergognose» asserisce Gianni Costa, consigliere Pdl. La condizione per riaprire il tavolo della trattativa è una soltanto: «Che venga garantita la continuità del servizio di piastra ambulatoriale a Santa. Una volta trasferita a Rapallo da noi non ritornerà più», spiega il sindaco Roberto De Marchi. «È un nostro diritto», aggiunge Pietro Chiarelli, capogruppo della commissione consiliare. I consiglieri hanno anche proposto di portare la piastra ambulatoriale nell'ex Iat di via XXV Aprile, locale appartenente alla Fondazione Carige. Ma la risposta è sempre la stessa: «Soldi non ce ne sono». Ora la Regione deve modificare la destinazione dell'immobile.
Il Comune è pronto ad opporsi: «Il consigliere regionale Roberto Bagnasco - afferma De Marchi - mi ha mostrato un documento in cui lAvvocatura della Regione avanza seri dubbi sulla costituzionalità di una legge del genere». Sulla vicenda pendono già due ricorsi al Tar.Tutti contro la Regione che chiude lospedale
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