Tutti gli uomini del presidente: ecco la squadra di Napolitano

Costituzione, riforme, Europa: ultimi ritocchi al discorso dell’undicesimo capo dello Stato. Marra nuovo segretario generale. Il giornalista dell’«Unità» Cascella sarà il portavoce

Massimiliano Scafi

da Roma

La Costituzione come bussola, l’Europa come orizzonte, l’unità del Paese come rotta da seguire, la coesione tra le forze politiche come gps per un settennato di tranquilla navigazione bipartisan. Sembra Ciampi, invece è il succo del discorso che Giorgio Napolitano sta preparando per il giorno del giuramento. La Carta, dunque, perché è lì che ci sono i valori costitutivi dell’identità nazionale. Le riforme, perché c’è una transizione che va completata: per riuscirci, serve un lavoro comune che faccia da base per ricostruire il dialogo tra i poli. E l’Europa, con una particolare attenzione ai conti pubblici e al rispetto del Patto di stabilità.
Poche parole in mattinata, davanti al portone di Via dei Serpenti. «Sì, lo sto ancora scrivendo. C’è tempo, ora ho anche altre cose da fare». La traccia però è pronta. Il nuovo capo dello Stato, a quanto si apprende, insisterà parecchio sulla sintonia tra il mandato di Ciampi e il suo. Una continuità che non è riuscito a dimostrare subito nei fatti, dopo il passetto indietro di Gaetano Gifuni. Il segretario generale sarà Donato Marra, ex numero uno della macchina della Camera. In mattinata l’incontro a palazzo Giustiniani e la veloce accettazione dell’incarico: «Sono molto onorato», dice Marra, che per i primi tempi avrà l’ombrello del neo segretario generale onorario Gifuni.
Poche ore dopo, Napolitano riceve prima Piero Fassino per «un incontro di lavoro» e poi Umberto Ranieri, deputato ds migliorista, napoletano, ex sottosegretario agli Esteri e da sempre molto vicino all’undicesimo presidente: potrebbe diventare il consigliere per gli affari internazionali. Portavoce, al posto di Paolo Peluffo destinato alla Corte dei Conti, sarà Pasquale Cascella, giornalista dell’Unità piuttosto esperto nel settore: quirinalista, poi addetto stampa di Napolitano alla Camera e di D’Alema a Palazzo Chigi, ora è un editorialista del quotidiano dei gruppi ds. Sono ore cruciali per il completamento della squadra. Andranno via probabilmente il consigliere diplomatico, quello militare e quello per gli affari interni. Dovrebbero restare invece Salvatore Sechi, responsabile degli affari giuridici e costituzionali, e Louis Godart, consigliere per il patrimonio artistico.
E una delle prime grane che Napolitano dovrà affrontare dopo l’insediamento, sarà la questione delle grazie a Sofri e Bompressi. La Corte Costituzionale ha recentemente risolto un vecchio problema, dando ragione a Ciampi che aveva sollevato un conflitto di attribuzione contro il guardasigilli Castelli. Il potere di concessione è dunque nelle mani del capo dello Stato, ma Ciampi, secondo quanto riferiscono fonti del Quirinale, non ha potuto firmare il decreto perché non è ancora arrivato il dispositivo della sentenza. Motivi tecnici, roba di poche settimane, poi il Colle dovrà istituire un apposito ufficio grazie e Napolitano dovrà decidere il da farsi.
Si vedrà.

Intanto già prima dell’investitura l’agenda di Napolitano, che alla fine ha sciolto i dubbi deciso di andare a vivere al Quirinale, è fitta. Stamattina a mezzogiorno spunterà insieme a Pier Ferdinando Casini a Palazzo Theodoli-Bianchelli per i saluti alla Fondazione della Camera. In serata, il Don Giovanni di Mozart all’Auditorium Parco della musica.

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