Ultimo tedoforo, prima «guerra»

Ultimo tedoforo, prima «guerra»

Paolo Marchi

nostro inviato a Torino

U na volta la cerimonia d’apertura di un’Olimpiade era un mistero che veniva svelato solo al momento che andava in scena. Adesso si sa tutto, è la legge dello sport-spettacolo e di investimenti incredibili. Il mistero qui a Torino si è così ridotto a un solo dato ma decisivo perché la scelta è di quelle che devono appartenere a una nazione intera, di quelle che non devono dividere come in fondo è accaduto quando come portabandiera azzurra è stata scelta Carolina Kostner: chi sarà l’ultimo tedoforo? Chi accenderà il fuoco nel braciere?
Non lo sa nemmeno il prescelto e non perché non glielo vogliono dire per evitare una fuga di notizie, ma perché non è stato ancora letteralmente deciso, una decisione che devono prendere assieme Toroc (il comitato organizzatore) e Coni.

Non c’è stato ieri un incontro vero e proprio (ci sarà oggi alle 13) tra il presidente del Toroc Valentino Castellani, quello dello sport nazionale Giovanni Petrucci e il capo missione Raffaele Pagnozzi, bensì un continuo sentirsi, chiamarsi, dirsi, non fosse altro che per l’arrivo della fiaccola in città e la presenza del capo dello Stato, Ciampi, più le inevitabili «varie ed eventuali». Si parla di un contrasto tra un Toroc che caldeggerebbe una scelta anche di forte impatto comunicazionale, una sorta di campionissimo che sia (...)

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