Unicredit ritrova Bengdara Maroni: "Niente congelamento"

Dopo quasi dieci giorni di black-out, Unicredit riesce a ristabilire i contatti con il vice­presidente dell’istituto, il go­vernatore della Banca centra­le libica, Farhat Omar Bengda­ra. Tripoli è il primo azionista di Piazza Cordusio con il 7,5% e Bengdara, che è l’ambascia­tore di Gheddafi al vertice di Unicredit, era irraggiungibile dal 22 febbraio: secondo alcu­ne ricostruzioni si troverebbe all’estero. La partecipazione libica, che in Borsa vale 2,7 mi­­liardi, è ripartita tra la stessa Banca centrale di Tripoli e il fondo sovrano Lia, nel cui bo­ard siede sempre Bengdara. Il primo a dirsi preoccupato per l’impossibilità di stabilire contatti con Bengdara era sta­to il presidente di Unicredit, Dieter Rampl.Poi anche l’am­ministratore delegato Federi­co Ghizzoni aveva ammesso di seguire la vicenda «con at­tenzione », specificando però di non essere «preoccupato» perché la rivolta libica non ha impatti sull’operatività della banca. Il problema sulla quo­t­a libica tuttavia resta e la pros­sima settimana le Fondazioni italiane azioniste storiche di Unicredit potrebbero avere un altro confronto per cerca­re una soluzione nel caso la si­tuazione precipitasse.

Ieri tuttavia il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha frenato sul possibile congela­mento delle partecipazioni azionarie del governo di Tri­poli in Piazza Affari e il mini­stro degli Esteri, Franco Fratti­ni, ha rinviato a una decisione comune in sede europea. Bankitalia ha intanto acceso un faro sulle operazioni so­spette con la Libia.

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