Il videogame diventa un kolossal anticomunista

Il regista John Milius ripensa il suo film "Alba Rossa" e lo trasforma in un gioco elettronico. Che fa furore

Il videogame diventa un kolossal anticomunista

Se non puoi vincere una guerra allora cerca un’alleanza. È questa la strategia di Hollywood che nel campo dell’intrattenimento ha recentemente perso il primato economico a favore dell’industria dei videogiochi. Così gli scambi tra il mondo dei sogni cinematografici e quelle più interattivo delle varie console sono oggi molto più frequenti. Tanto che sono gli stessi grandi registi della mecca del cinema a cimentarsi nella realizzazione di nuovi videogiochi. In passato è già successo con autori innovativi come Steven Spielberg e George Lucas o come Peter Jackson e John Woo che hanno fondato delle proprie software house per sviluppare nuovi videogame.

E in attesa di vedere cosa combinerà l’immaginifico autore messicano Guillermo Del Toro che ha appena siglato un accordo con la casa di produzione Thq per realizzare un videogioco horror dal suggestivo titolo Insane, ora è il momento di John Milius, il grande regista di culto (soprattutto a destra vedi la bella voce nel celebre Fascisti immaginari di Lanna e Rossi) di Un mercoledì da leoni ma anche di Alba rossa e sceneggiatore del capolavoro di Francis Ford Coppola Apocalypse Now. Ed è proprio a queste due esperienze di guerra che Milius, definito «fascista zen», ha pensato per creare la storia di Homefront, romanzo scritto a quattro mani con Raymond Benson (e pubblicato in Italia da Multiplayer.it) che è alla base dell’omonimo attesissimo videogioco realizzato da Kaos Studio e prodotto da THQ - già 200mila le ordinazioni - da pochi giorni disponibile in tutto il mondo per le principali console.

Siamo nel 2027. Il mondo ha sofferto una lunga crisi energetica con il conseguente sbriciolamento di tutte le economie. Ridotti alla mera ombra della super potenza che erano un tempo, gli Stati Uniti sono diventati il bersaglio di conquista della potentissima Corea, ormai unificata sotto l’egida del Nord (al gioco ha collaborato anche un esperto militare coreano ex agente della Cia). In America, centri commerciali, quartieri e strade cittadine sono diventati il campo di battaglia dove la resistenza civile combatte per la libertà. Si tratta di pochi soldati e male armati ma con un altissimo senso patriottico. Non a caso uno di loro ha il nome di battaglia «Voce della libertà». Ecco la parola d’ordine di fantasia ma identitaria del videogioco che si contrappone a quello che sembra essere il vero e reale incubo americano: un’invasione straniera e la guerra sul suolo nazionale (in Alba rossa in piena Guerra fredda a invadere gli Stati Uniti erano i comunisti russi, cubani e nicaraguensi).

Non a caso la pubblicità gioca proprio su queste paure: «Il fronte di guerra, nel giardino di casa... Questo è Homefront». Toccherà quindi al giocatore, anche in un’inedita modalità multiplayer, immedesimarsi nella storia e dare forza ai protagonisti - in gergo dei videogiochi definiti «sparatutto» - di questa vera e propria guerra di resistenza.
Ma Hollywood&Videogame significa anche film tratti dai videogiochi, così si continuano a sfornare pellicole che riprendono direttamente le saghe più famose e che quasi sempre deludono i fan. Anche se questo, forse, non sarà il caso del secondo capitolo Silent Hill: Revelation 3D di cui il regista Michael J. Bassett ha iniziato in questi giorni le riprese a Toronto con protagonista Adelaide Clemens sempre nei panni di Heather Mason, una ragazza in fuga da pericolose forze che nel giorno del suo compleanno scoprirà di non essere quella che credeva. La minaccia ora è di restare intrappolata a Silent Hill per sempre.

Mentre la speranza dei fan dell’omonima serie, uno dei videogiochi di “sopravvivenza” più famosi al mondo e più longevi (dal 1999), è che questo sequel mantenga almeno le atmosfere, particolarmente apprezzate, del primo film diretto da Christophe Gans. Stessa chance di riuscita anche per Uncharted: Drake’s Fortune, non fosse altro che a dirigere il film, tratto da un videogioco di successo che miscela l’avventura con il più classico degli “sparatutto”, è stato chiamato il regista David O. Russell che ha dato grande prova di sé con il pugilato di The Fighter ancora nelle sale con protagonista Mark Wahlberg.

Che sarà anche l’interprete della trasposizione videoludica insieme, si vocifera, con Robert De Niro e Joe Pesci. Sarebbe davvero un bel colpo per Hollywood che sogna ancora di tornare a essere la protagonista assoluta dell’intrattenimento globale.

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