Per vincere i moderati devono restare uniti

Caro Lussana, molto costruttivo il dibattito sull’opposizione lanciato dal Giornale. Come consigliera di opposizione, che vive all’estrema periferia della provincia di Genova (Cogoleto), desidero intervenire nella discussione facendo una proposta: perché le opposizioni, chiaramente accomunate dal fatto di non essere di sinistra, non si coagulano nei rispettivi consigli attorno ai tre personaggi che hanno portato voti e valori aggiunti alla Destra quali Musso, Oliveri, Biasotti, nominandoli super-capogruppi? Una proposta sconvolgente? No, se abbandoniamo personalismi e separatismi. Dobbiamo preparaci per le prossime elezioni: un sindaco, un presidente di Regione e Provincia, non si «costruiscono» in pochi mesi, devono farsi conoscere, spendersi sul territorio, visitare le estreme periferie, contattare simpatizzanti per trasmettere loro fiducia, idee, iniziative. Sono tre persone di valore: non perdiamole, ma valorizziamole! E di simpatizzanti ce ne sono molti! A Cogoleto il 16/17/18 dicembre abbiamo raccolto centinaia di firme di gente che di Prodi non ne vuole più sapere, così per le preiscrizioni al nuovo partito lanciato da Berlusconi. E Cogoleto è un paese rosso da sempre, governato - si fa per dire - da una casta che è passata dal Pci al Pd con estrema disinvoltura, che del Pci conserva ancora molte caratteristiche fra cui quella di non «sopportare» la minoranza.

Io credo che l’elettorato di destra, moderato, non statalista, che aspira alla libertà, che è per la sussidiarietà, la difesa della vita, della famiglia, della responsabilità nel lavoro, delle radici cristiane, si senta unito e coeso, anzi nell’unità avverta una delle sue caratteristiche irrinunciabili.

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