VOTATE,VOTATE VOTATE

VOTATE,VOTATE VOTATE

In questi giorni, sento varie ricette per affrontare il ballottaggio di domenica e lunedì. C’è chi suggerisce di tentare di sfondare a sinistra, andando a battere mercati e punti di incontro del Ponente, della Valpolcevera e della Valbisagno. Chi pensa che sia giusto puntare tutto sul Tigullio, dove fra l’altro c’è un altro importantissimo ballottaggio nella seconda città della provincia, per dare a Rapallo un sindaco come Mentore Campodonico, davvero «una persona perbene» come recita il suo azzeccatissimo slogan elettorale. Chi punta sui paesini e chi crede si possa recuperare ancora qualcosa in Valle Stura e in Val Trebbia, date per acquisite la Fontanabuona, la Val d’Aveto, la Val Graveglia e, almeno in parte, la Val Petronio. E poi, c’è chi ha puntato sulle alleanze con i partitini rimasti fuori al primo turno, chi sugli apparentamenti ufficiali e chi su quelli ufficiosi. Chi ha cercato Fabio Broglia e chi ha pensato che mettersi con l’Italia di Mezzo fosse un mezzo sì, ma un mezzo suicidio.
C’è chi corteggia spezzoni dell’Unione penalizzati dalla giunta Vincenzi. Chi pensa di politicizzare al massimo il voto, approfittando anche della presenza dei leader della Casa delle libertà (Gianfranco Fini è stato sabato a Recco, mentre Silvio Berlusconi sarà a Genova venerdì e passeggerà in centro, fra la gente). E chi, invece, spiegando che Genova è rossa e antiberlusconiana, vorrebbe tenere il più lontano possibile la politica nazionale. Soprattutto, evitando di far conoscere troppo ai genovesi la vera posta del voto di domenica e lunedì, che è la sopravvivenza di Romano Prodi. Che, se Renata Oliveri lunedì pomeriggio sarà presidente della Provincia, potrebbe essere costretto dai suoi stessi alleati a fare le valigie insieme a quello che continuo a ritenere il peggior governo della storia d’Italia.
Ognuna di queste soluzioni ha un che di vero. Ma, a mio parere, chi ha a cuore la vittoria di Renata deve fare solamente una cosa. Trasformarsi nel Pippo Baudo o nella Raffaella Carrà di una volta, quando il programma abbinato alla Lotteria Italia si chiamava Fantastico. E ripetere la frase che i conduttori urlavano più spesso, auspicando l’invio delle cartoline per l’estrazione dei premi settimanali: «Votate, votate, votate!».
Perchè qui sta il punto. Storicamente, un po’ come avviene per le suppletive, il popolo di centrodestra diserta i ballottaggi. Un po’ per stanchezza, un po’ perchè non ci crede troppo, un po’ perchè non è convinto del meccanismo del secondo turno, dove fra l’altro non si vota più il partito del cuore, nè si danno le preferenze ai candidati che si stimano maggiormente. E quindi, altrettanto storicamente, il centrodestra spesso perde i ballottaggi. In Liguria, tanto per parlare di cose nostre, a Rapallo e Sanremo nella scorsa tornata elettorale è andata così. Poi, certo, c’erano mille motivi. Ma sta di fatto che il centrodestra ha perso i ballottaggi.
Per di più, c’è da scommettere che - dopo tutta la polemica sull’astensionismo rosso - ci sarà una mobilitazione di massa delle sinistre per portare a votare i loro simpatizzanti, con tanto di «allarme democratico». Risibile con una candidata dalla storia socialista come Renata. Ma, si sa, spesso, a sinistra, non c’è sprezzo del ridicolo. Personalmente, credo addirittura che in alcune zone potrebbero esserci più votanti al ballottaggio che al primo turno. Cosa che non succede praticamente mai.


E allora? Allora tutti i moderati devono andare a votare e far andare a votare. Non servirebbe altro. Solo mobilitare gli elettori di centrodestra. Se passa questo messaggio, in Provincia può cominciare una nuova stagione. Vera.

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