Zé Eduardo spaventa gli 007 di Cosmi e vuole l’azzurro

Da Pegli con amore. «Finora ho dato solo il 15% a causa degli infortuni. Adesso finalmente sto bene. Sono felice di essere qui. Voglio dare il 100% per questa squadra e per i miei compagni. Un sogno? Ora che è arrivato il passaporto mi piacerebbe giocare nella nazionale italiana». Firmato Zé Love.
Prandelli prenda nota. Nel Genoa non c'è solo Gilardino ad inseguire la maglia azzurra. Ora c'è anche Zé Eduardo che dopo qualche mese pare essersi finalmente ambientato. Basta ascoltare la sua prima conferenza stampa in italiano. Promossa a pieni voti. «Aspetto la mia opportunità. Se verrà domenica bene, se no pazienza. Sono preparato per questo. L'anno scorso ho giocato 33 partite. Sono arrivato qua stanco e sono andato subito in ritiro. Non mi ero mai infortunato nella mia carriera. Saudade? Ero triste per le mie condizioni di salute e per un problema famigliare, ma ora è tutto risolto». Certo un conto è allenarsi e un conto è giocare spiccioli di partita. A Zé mancano i 90 minuti. «La testa pensa, la gamba no. Avrei bisogno di giocare per trovare il ritmo. Nei mesi in cui sono stato infortunato, ho perso tanta forza. Giocando, la ritroverò. Confido nelle mie qualità. È come se il mio campionato iniziasse adesso».
A Zé Eduardo è arrivata anche la spinta di Preziosi: «Le parole che mi ha detto il presidente mi hanno dato la carica. In carriera non ho mai giocato per lo stipendio e non lo farò mai». Prima o seconda punta? «Nel Santos si gioca sempre con due attaccanti esterni. Qui no. Posso fare quello che fa Gilardino anche se lui è una prima punta, mentre io gioco in modo diverso. Ho parlato con il mister, lui sa cosa penso. Mi sta aiutando». Come il suo connazionale Roger Carvalho: «Per me è positivo che ci sia un altro giocatore brasiliano nell'organico». Da Carvalho a Thiago Motta: «Quando a Natale sono tornato a Genova ero con Thiago Motta sull'aereo. Mi ha parlato bene del Genoa e mi ha detto che l'anno prossimo sarebbe tornato qui. Poi è arrivata l'offerta del Psg». Con Thiago Motta, Zé sogna un giorno di giocare nella nazionale di Prandelli. «Io sono brasiliano, ma sarei felice di poter giocare nella nazionale italiana». Intanto ieri a Pegli ha dato spettacolo, strappando applausi a scena aperta con una rovesciata finita sulla traversa.
Un colpo che non è passato inosservato a due 007 leccesi venuti a Pegli per «spiare» l'allenamento della squadra rossoblù con tanto di computer e taccuini, che gli sono costati un brusco rimprovero all’uscita dai cancelli.

Marino però ha mischiato le carte, senza dare indicazioni sulla squadra che scenderà in campo domenica contro il Lecce (arbitro Russo). Dei nazionali solo Palacio ha preso parte al test in famiglia, mentre gli altri hanno fatto lavoro defatigante.

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