Cronaca locale

Casa, un tetto sicuro anche per i precari

Per giovani coppie, lavoratori e precari in cerca di un alloggio si punta sull'housing sociale ovvero appartamenti a canone moderato con un affitto compreso tra 350 e 500 euro

Si scrive «housing sociale», si legge dare una casa a chi ne ha bisogno. Un nuovo modo di fare politica per l'abitare che vede Regione Lombardia in linea con le migliori esperienze europee di housing sociale grazie anche alla decisione assunta dalla giunta Formigoni non solo di puntare alla realizzazione e alla riqualificazione di alloggi a canone sociale, ma appunto di offrire appartamenti a canone moderato o convenzionato per famiglie che possono affrontare una spesa mensile compresa fra 350 a 500 euro. Una certezza emersa al convegno internazionale "Housing Sociale. Esperienze europee a confronto per un modello lombardo" che a Milano ha radunato i massimi esperti del vecchio continente come Judith Allen (Westminister University), Michelle Norris (College universitario di Dublino), Gerard van Bortel (Università di Delft, Olanda), Antonio Catalayud (Technical Advisor of the coordinator general de Vivienda, Madrid), Guillemyn Wim (Policy Advisor, Heritage, Bruxelles), Rogier Noyon (Chief Strategy and innovation officer di Amsterdam) e Frank Donohoedel (Department of Enviroment di Heritage, Irlanda). Interventi che sono stati poi declinati in una tavola rotonda con i principali attori dell'housing sociale lombardo - Vincenzo Barbieri, Luciano Caffini, Carlo Cerami, Antonio Intiglietta e Loris Zaffra - dalle cui relazioni è emerso con chiarezza che i prezzi di vendita e di affitto delle case in Lombardia restano molto alti, che il fabbisogno abitativo si acuisce, presentando caratteristiche diverse e che anche lo scenario sociale fa registrare notevoli cambiamenti. «E' una situazione nuova - ha spiegato l'assessore regionale alla Casa Mario Scotti - che va affrontata valorizzando l'housing sociale. Alle persone che hanno bisogno di un sostegno pressoché totale e che vengono già aiutati con un'offerta di alloggi a canone sociale, si è infatti affiancata una fascia intermedia (giovani coppie, lavoratori, famiglie numerose) che, non potendo sostenere i costi del libero mercato, si rivolge alle istituzioni per chiedere un casa a canone moderato». Ciò significa che anche le famiglie del cosiddetto ceto medio (lavoratori temporanei e le famiglie numerose) sono in difficoltà a trovare un affitto a costi accessibili e spendono oltre due terzi del proprio stipendio per pagare il canone di locazione. «La politica per la casa - ha aggiunto Scotti - oggi rappresenta lo snodo di problemi che interessano politiche territoriali, sociali e finanziarie e che vanno affrontate integrando le competenze dei diversi livelli istituzionali coinvolti, responsabilizzando anche i soggetti privati e del terzo settore». Modus operandi che all'estero ha già permesso di ingrandire la platea dei soggetti coinvolti aumentando le possibilità dei cittadini di ottenere case a prezzo calmierato.

Una politica dunque che produce importanti frutti e che pertanto Regione Lombardia vuole replicare, incentivandola per quanto possibile e cogliendone tutti gli aspetti innovativi.

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