Cronaca internazionale

L'iceberg del politicamente corretto affonda il "Titanic"

Il politically correct, i costi alle stelle e la crisi dell'editoria hanno portato la storica rivista "Titanic" a un passo dal naufragio: ora servono almeno 5 mila nuovi abbonamenti o si chiude

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"Titanic" è la più famosa rivista satirica tedesca, fondata nel 1979. Una sorta di Charlie Hebdo in versione teutonica, che nel 2021 fece notizia pubblicando una vignetta raffigurante il pene di Gesù Cristo, subito censurata Google Store. La recessione in Germania e, in generale, la crisi della stampa tradizionale ha portato "Titanic" a un passo dal baratro, tanto che non ci sono più soldi per stipendi e compensi per redattori e collaboratori, ed è partita un'operazione di salvataggio, con l'obiettivo minimo di raggiungere 5.000 nuovi abbonamenti (la tiratura è scesa ad appena 15.000 copie). Come spiega Richard Kämmerlings su Die Welt, la crisi della stampa rischia di mietere un'altra vittima, una rivista satirica che incarna lo "humour" tedesco. Ma senza un numero sufficiente di nuovi abbonamenti - sottolinea Die Welt - ora "Titanic" rischia di seriamente di affondare. "Eppure "Titanic" - spiega sempre Die Welt -era ed è molto di più di una semplice satira politica: è la nave ammiraglia della cultura comica in lingua tedesca che rischia di affondare". Ma dietro alla crisi della rivista potrebbero anche esserci dell'altro: una sorta di autocensura imposta dal politically correct dominante.

A rischio la principale rivista satirica tedesca

Perché "Titanic", in Germania, è più di una semplice rivista satirica. È l'essenza stessa dello humour in salsa teutonica. Infatti, riflette sempre Die Welt, uno dei punti di forza di "Titanic" è sempre stata la sua comicità "surreale-freaky", attualmente rappresentata dal duo di vignettisti Rattelschneck, Stephan Rürup o Eugen Egner. Con la probabile chiusura di "Titanic", quindi, non solo viene minacciata la satira politica classica, "ma anche il principale mezzo di comunicazione in lingua tedesca per l'arte umoristica in quanto tale". Certo, non è facile, per la satira, sopravvivere a un'era dominata dalle piattaforme social, da Big Tech e da un crisi dell'editoria che colpisce direttamente riviste che hanno 40 anno di storia come questa. Mentre le persone preferiscono sottoscrivere abbonamenti online piuttosto che leggere, ignorando forse l'importanze sociale fondamentale della "satira" in una società democratica. Il tutto mentre l'inflazione punge - +6,2% a luglio - e i costi sono schizzati alle stelle. "L'inflazione e l'aumento dei costi di produzione non si fermano nemmeno alla satira stampata tedesca. Per poter continuare, Titanic ha bisogno del tuo supporto!" si legge infatti in un disclaimer che appare aprendo il sito della rivista tedesca. Costo dell'abbonamento annuale: 75 euro.

E se il problema fosse il politicamente corretto?

Ok la crisi dell'editoria e l'inflazione. Fattori che pesano indubbiamente sulla crisi profonda della rivista "Titanic". Ma se il problema fosse anche il "politically correct" sposato dalla rivista? Come riporta Italia Oggi, infatti, il direttore Moritz Hürtgen, 34 anni, ha spiegato in un’intervista a Der Spiegel, il motivo per il quale "Titanic" ha deciso di non prendere una posizione sulla pandemia da Covid-19, spiegando che gli sembrava di "cattivo gusto far ridere mentre si moriva per il virus", mentre non si fanno nemmeno battute sulla guerra in Ucraina se non qualche spodarica vignetta contro Vladimir Putin. Peccato che la satira o punge i potenti, anche a costo di apparire di "cattivo gusto", oppure non è tale.

D'altro canto, come ha detto qualche anno fa il celebre regista Mel Brooks, il politicamente corretto uccide l'ironia.

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