Cronaca internazionale

"Non ha retto la pressione dei media". Morto suicida il capitano-eroe della giovane squadra thailandese

Dopo un'inchiesta durata mesi è arriva la conferma: Duangphet Phromthep, il giovane capitano della squadra di calcio rimasta intrappolata in un grotta in Thailandia, si è ucciso

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La vicenda vissuta dai giovanissimi calciatori di una squadra thailandese, rimasti intrappolati all'interno della grotta di Tham Luang e sopravvissuti per ben 18 giorni, aveva fatto il giro del mondo, venendo narrata anche in alcuni film. A emergere, in questa incredibile storia, era stata la figura di Duangphet Phromthep, il capitano dei 'Moo Pa', che con incredibile dedizione e sangue freddo aveva tenuto fede al suo ruolo di guida, occupandosi dei propri compagni.

Duangphet Phromthep, conosciuto come il ragazzino-eroe che a soli 12 anni riuscì a salvare se stesso e altri undici coetanei dalla trappola potenzialmente mortale della grotta di Tham Luang, è morto lo scorso 12 febbraio 2023 in ospedale dopo essere stato ritrovato senza sensi nella sua stanza al Brooke House College di Market Harborough, nel Leicestershire. Negli ultimi anni, infatti, il ragazzo si era trasferito in inghilterra. Da subito c'erano stati dei sospetti. Sospetti che sono stati confermati di recente: Dom, così veniva chiamato dagli amici, si è tolto la vita.

La pressione dei media

Sopravvissuto all'esperienza della grotta, Duangphet Phromthep aveva lasciato Chiang Rai per andare a studiare in Inghilterra e realizzare il suo sogno di diventare un calciatore professionista. Il ragazzo aveva infatti vinto una borsa di studio della Zico Foundation, ottenendo la possibilità di frequentare la Brooke House College Football Academy.

Avrebbe dovuto essere uno dei periodi più belli della sua vita, dopo l'incubo vissuto quel maledetto 23 giugno 2018, quando rimase intrappolato con i compagni e un accompagnatore maggiorenne nella grotta. Eppure qualcosa è andato storto. L'animo evidentemente troppo fragile del ragazzo non ha retto alla pressione costante. Troppo il clamore scaturito dalla vicenda di Tham Luang. Troppa, forse, la responsabilità attribuita a quello che era, in fin dei conti, soltanto un adolescente. Dom non ha retto, qualcosa in lui si è irrimediabilmente spezzato, portandolo a prendere la più atroce delle decisioni. Questo, almeno, quanto emerso al termine di una lunga inchiesta avviata subito dopo il ritrovamento del corpo del ragazzo, appena 17enne.

La morte

Duangphet Phromthep è stato rinvenuto privo di sensi nella sua stanza al college. Soccorso e trasportato al Kettering General Hospital, è morto dopo due giorni di ricovero. Secondo i risultati dell'inchiesta, il 17enne si sarebbe suicidato. Nei mesi precedenti alla morte, il giovane non avrebbe dato segni di disturbo mentale, nessuno avrebbe potuto prevedere un simile esito. Dalle indagini, tuttavia, non sono emerse prove che indichino il coinvolgimento di terze persone nel decesso. Alla base della sofferenza del ragazzo ci sarebbe la troppa pressione mediatica.

Le parole del preside

"La nostra intera comunità universitaria rimane unita nel dolore alla famiglia, agli amici e agli ex compagni di squadra di Dom. Come college, la salute e il benessere dei nostri studenti sono la nostra priorità assoluta", ha dichiarato Ian Smith, preside della Brooke House College Football Academy, come riportato da Bbc. "Disponiamo di robusti sistemi di salvaguardia che ci consentono di fornire un supporto adeguato agli studenti quando necessario, e manteniamo questi sistemi sotto costante revisione in modo da poter fare tutto il possibile per fornire il supporto necessario a ogni bambino. Dopo questa tragedia, il nostro team pastorale dedicato ha continuato a fornire sostegno a studenti e colleghi.

Dom rimarrà sempre parte della famiglia Brooke House e ci mancherà moltissimo", ha concluso.

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