Cronaca internazionale

L'Economist sulla rielezione di Trump nel 2024: "Il più grande pericolo per il mondo"

Secondo il settimanale britannico Donald Trump rappresenta il "più grande pericolo" mondiale nel 2024. Una sua vittoria incoraggerebbe Vladimir Putin e Xi Jinping e sarebbe la "più grande minaccia" per gli stessi Stati Uniti

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Il pericolo più grande per il mondo intero nel 2024? L'Economist non ha dubbi: Donald Trump. Il settimanale britannico sostiene che un ipotetico secondo mandato di The Donald alla guida degli Stati Uniti galvanizzerebbe Vladimir Putin e Xi Jinping nel ritenere disfunzionale la democrazia statunitense e, più in generale, rappresenterebbe la "più grande minaccia" per gli Usa. Un disastro, insomma, dal quale dipenderebbe il destino del pianeta.

Pericolo Trump

Un "secondo mandato di Trump sarebbe una svolta diversa dalla prima", ha scritto l'Economist, ricordando che il "destino del mondo" dipenderà dalle schede elettorali di "decine di migliaia di elettori solo in una manciata di stati" nelle elezioni presidenziali Usa del 2024.

"La Cina e i suoi amici – ha aggiunto il giornale nella sua guida annuale World Ahead - si rallegrerebbero della prova che la democrazia americana è disfunzionale" e Pechino "potrebbe facilmente sbagliare i calcoli su Taiwan, con conseguenze catastrofiche". Sul fronte Russia, invece, il capo del Cremlino "avrebbe un incentivo a continuare a combattere in Ucraina e a eliminare Paesi ex sovietici come la Moldavia o gli Stati baltici".

In ogni caso, oltre alle conseguenze in politica estera di una ipotetica rielezione del tycoon, la "più grande minaccia" che Trump rappresenta "è per il suo stesso Paese". L'"autorità morale" degli Stati Uniti diminuirebbe "perché l'America lo avrà votato pur conoscendo il peggio". Mentre "perseguirà i suoi nemici", Trump "farà la guerra a qualsiasi istituzione che si trovi sulla sua strada, compresi i tribunali e il Dipartimento di Giustizia".

Verso le elezioni presidenziali Usa

In tutto questo, Trump domina le primarie repubblicane e i guai legali che lo hanno travolto non hanno fatto altro che rinvigorirne l'appeal elettorale. Diversi sondaggi lo danno davanti a Joe Biden negli Stati indecisi. In uno di questi, citato dal New York Times, il 59% degli elettori ha sostenuto di fidarsi di lui per quanto riguarda l’economia, rispetto all'appena 37% di intervistati che ha dichiarato di fidarsi di Biden. Per decenni i democratici hanno inoltre fatto affidamento sul sostegno degli elettori afro e ispanici, ma un numero significativo di loro sta abbandonando il partito.

Le proiezioni dell'Economist sono preoccupanti: "Se Trump calpestasse il giusto processo e i diritti civili negli Stati Uniti, i suoi diplomatici non potrebbero proclamarli all’estero. Il sud del mondo troverebbe conferma nel sospetto che gli appelli americani a fare ciò che è giusto siano in realtà solo un esercizio di ipocrisia".

Un secondo mandato di Trump, sempre secondo il settimanale britannico, rappresenterebbe uno spartiacque ancor più grande di quanto non lo è stato il primo. La vittoria del tycoon "confermerebbe i suoi istinti più distruttivi riguardo al potere" mentre i suoi piani incontrerebbero meno resistenza. "Le elezioni saranno decise da decine di migliaia di elettori solo in una manciata di stati.

Nel 2024 il destino del mondo dipenderà dalle loro schede elettorali": è questo il "grido d'allarme" lanciato dall'Economist.

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