Cronaca locale

Quei farmaci prima delle interrogazioni

Benzodiazepine e non solo assunte regolarmente dai quindicenni prima di andare a scuola per sostenere delle prove. Il fallimento di un sistema

Quei farmaci prima delle interrogazioni

Il nuovo metodo di tanti liceali per approcciarsi alle verifiche o alle interrogazioni scolastiche senza agitarsi troppo è quello di utilizzare dei tranquillanti: dalle gocce di fiori di Bach fino alle benzodiazepine.

Il fenomeno "aiutini", così lo definisce la Repubblica, è scoppiato dopo il lockdown. Il ritorno in presenza dopo mesi e mesi di isolamento e didattica a distanza, costretti a rimanere per sei ore dietro una telecamera, è stato per molti più traumatico del previsto. Per tanti l'ansia è diventata ingestibile e per questo motivo sono sempre di più gli adolescenti che usufruiscono di queste sostanze per trascorrere senza preoccupazioni la giornata in aula.

A dare testimonianza di questo fallimento, non dei ragazzi ma del sistema scolastico che non è in grado di capire i suoi alunni e che ha costretto per anni la loro formazione dietro uno schermo interrompendo completamente le relazioni umane, sono i farmacisti e i medici. Non mancano, inoltre, anche i video su Tik Tok dove questi farmaci vengono assunti direttamente in classe prima di essere chiamati alla lavagna per l'interrogazione. La Repubblica ha intervistato uno studente e una studentessa che ne fanno uso per capirne le ragioni. Marco, solo 15 anni, frequenta il biennio di Scienze Umane al liceo Rousseau. Assume regolarmente benzodiazepine contro l'ansia e la "depressione maggiore" che vive a causa delle prestazioni scolastiche. "Ho provato varie terapie farmacologiche, tutte differenti tra loro. Ma poche, purtroppo, hanno portato a miglioramenti effettivi", racconta Marco. Di conseguenza ha iniziato con le benzodiazepine poco dopo il lockdown. Il quindicenne racconta di aver "sviluppato una forte dipendenza fisica e mentale" e che "per la maggior parte del tempo lo fanno sentire solo drogato".

La ragazza, invece, si chiama Rita è maggiorenne e frequenta l'Albertelli. "Ho iniziato a prendere le gocce di fiori di Bach un anno e mezzo fa per l’ansia a scuola. Le prendo quattro volte al giorno. È un rimedio omeopatico ma comunque riesce a rilassarmi, ormai sono convinta che dal momento in cui le prendo mi tranquillizzo", spiega. Per le gocce di fiori di Bach non è necessaria la ricetta medica e sono reperibili anche online. Ma, come chiarisce Giuseppe Longo, farmacista in piazza Vittorio all'Esquilino spesso chi compra queste goccine sono direttamente i genitori per i figli.

E aggiunge: "Coi fiori si possono formulare diverse composizioni a seconda delle necessità, con o senza alcol, e le richiedono anche anziani o persone per i propri animali. Ma le gocce più diffuse tra chi approccia a questa sostanza per la prima volta si chiamano Rescue Remedy".

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