Cronaca nera

Strage di Erba, sotto accusa il magistrato che chiese di riaprire il caso

La Procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del sostituto pg Cuno Tarfusser. L'accusa: "Ha violato le regole". Lui: "Ho chiesto di parlare con il pg prima di agire"

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La Procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Cuno Tarfusser, il sostituto pg milanese che, lo scorso 31 marzo, depositò la richiesta di revisione delle condanne definitive all'ergastolo inflitte a Rosa Bazzi e Olindo Romano, gli autori della strage di Erba. Come ben spiega il Corriere della Sera, al magistrato viene contestato di aver agito senza delega del capo e, dunque, in violazione di un regolamento d'ufficio che assegna all'Avvocato generale e al Procuratore generale "la facoltà di chiedere la revisione di sentenze" qualora sopraggiungano nuove prove d'innocenza in favore degli imputati. "L'istanza di revisione presentata dal pg di Milano Cuno Tarfusser deve essere valutata dalla corte Appello di Brescia, le loro beghe non ci competono. La procuratrice generale Francesca Nanni può non condividerla o vistarla, ma non vuol dire che non debba essere valutata a Brescia, anzi è questo che dice il codice di procedura penale che supera un regolamento interno", ha commentato la notizia Fabio Schembri, legale dei coniugi Romano. "Chi dice che sto impedendo la revisione nei confronti di due detenuti sostiene cosa falsa e offensiva nei confronti miei e dell'ufficio" è stata la replica della procuratrice generale Francesca Nanni all'Adnkronos.

Il procedimento disclipinare

Il procedimento disclipinare scaturisce da un conflitto tra dirigente della Procura generale di Milano, il pg Francesca Nanni, e per l'appunto Tarfusser. Onde evitare interpretazioni equivoche, è bene precisare che al magistrato non viene contestata la fondatezza o meno della discutibilità degli ergastoli inflitti ai coniugi Romano - Tarfusser ritiene vi sia stato un "errore giudiziario" nell'attribuzione delle responsabilità per la strage del 2006 - bensì per le modalità con cui depositò di propria iniziativa la richiesta di revisione del processo.

L'accusa nei confronti del magistrato

In buona sostanza, il sostituto pg è disciplinarmente accusato di aver avuto contatti per mesi con i difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano, gli avvocati Fabio Schembri e Paolo Sevesi, e da essi ricevuto consulenze scientifiche in merito alle presunte nuove prove in favore degli imputati, senza delega della dirigente della Procura generale di Milano Francesca Nanni. Sulla base delle consulenze, Tarfusser formulò e depositò poi la richiesta di revisione degli ergastoli assegnati alla coppia per la strage in cui morirono il piccolo Youssef Marzouk di 2 anni, sua madre Raffaella Castagna, la nonna Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini e per il tentato omicidio di Mario Frigerio.

La difesa

Tarfusser è già stato interrogato dal pg della Cassazione Simone Perelli nel merito del procedimento dipliscinare avviato nei suoi confronti. Secondo il magistrato milanese, la sorte di due ergastolani (che egli ritiene innocenti) non può dipendere da un regolamento d'ufficio che, a suo dire, sarebbe stato pensato per i casi ordinari, ovvero quando a formulare la richiesta di revisione è il difensore degli imputati e non un singolo magistrato. Non solo: Tarfusser afferma di aver inviato una mail il 24 marzo al pg Nanni proponendole un incontro per parlare di "una cosa urgente e delicata", scrive il Corriere. La dirigente della Procura ribatte che la mail non conteneva alcun riferimento alla strage di Erba e dunque "rimprovera" al collega di aver lavorato senza tenerla informata. L'ultima parola spetterà al pg della Cassazione che dovrà decidere se far processare Trafusser dalla sezione disciplinare del Cms.

La nota di Tarfusser

"Attendo con grande serenità e fiducia l'esito del procedimento nella consapevolezza di non avere fatto altro che il mio preciso dovere di magistrato" scrive il sostituto pg Cuno Tarfusser in una nota diffusa dopo aver appreso la notizia di un'azione disciplinare nei suoi confronti. "Prendo atto come il problema della vicenda relativa alla strage di Erba - si legge nel comunicato - non sono più due persone da 17 anni all'ergastolo che hanno maturato una legittima aspettativa a che la mia richiesta di revisione sia serenamente valutata dall'unica autorità legittimata a farlo, ovvero la Corte d'appello di Brescia, ma sia diventato io che, in nome di quella Giustizia in cui credo, ho studiato il caso, valutato gli elementi che hanno condotto alla condanna, scoperto gravi criticità e valutato nuovi elementi probatori che, a mio avviso, meritano un serio approfondimento". E infine, motivando le ragioni che lo hanno indotto a formulare la revisione Tarfusser conclude: "Mi sono basato su precise norme di legge. Ammetto di non sapere se sono più amareggiato per questa assurda inversione di prospettiva o se per essere io soggetto ad un procedimento disciplinare dopo un'impeccabile carriera di Magistrato che nessuno mi può togliere. Non ho altro da aggiungere e non aggiungerò altro".

L'avvocato Schembri: "Anomalia Grave"

Sul conflitto interno e la procuratrice generale Nanni e il sostituto Tarfusser è intervenuto anche l'avvocato Schembri, legale storico di Rosa Bazzi e Olindo Romano. "Il pg Tarfusser ha depositato un'istanza di revisione e - spiega Schembri all'Adnkronos - sarebbe un'anomalia grave, incredibile, che quella istanza non venisse valutata da chi è competente, cioè dalla corte d'Appello di Brescia. Sarebbe anomalo che qualcosa impedisse che quella richiesta finisca a Brescia e per questo monitoreremo.

Non vogliamo far aspettare all'infinito i nostri assistiti, ma è nostro dovere vigilare su quella istanza: noi presenteremo la nostra, ma quella del pg Tarfusser esiste, è depositata, non può essere 'ritirata' e ci attendiamo che vada a Brescia".

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