Cronache

"Abbiamo bisogno di una principessa Disney transessuale"

Una principessa transessuale. Questa è una delle ultime "richieste" che Planned Parrenthood ha fatto alla Disney. Ecco il post cancellato

"Abbiamo bisogno di una principessa Disney transessuale"

Planned Parrenthood vorrebbe una principessa Disney che ha abortito o un'aperta sostenitrice dell'aborto oppure, ancora, una principessa sindacalista o una migrante senza documenti o una transessuale.

La "richiesta" è apparsa sul profilo Twitter dell'organizzazione internazionale fondata negli Stati Uniti d'America. Secondo quanto si legge qui, il post in questione sarebbe stato prima scritto nella mattinata di martedì e poi cancellato. Uno screenshot salvato, però, ha fatto sì che la questione non passasse inosservata. E così ne ha parlato anche la Cnn.

Il Tweet recitava quanto segue: "Abbiamo bisogno di una principessa Disney che abbia avuto un aborto. Abbiamo bisogno di una principessa Disney pro-choice. Abbiamo bisogno di una principessa Disney clandestina senza documenti. Abbiamo bisogno di una principessa Disney sindacalista. Abbiamo bisogno di una principessa Disney transessuale". La storia, insomma, sembra fare il paio con quanto emerso in relazione ad Elsa, la protagonista di Frozen. La Disney, infatti, starebbe pensando ad una "fidanzatina" per l'eroina del cartone animato in questione. La decisione sarebbe stata presa anche in seguito alle pressioni di alcuni fan. Altri, invece, erano e sono rimasti contrari.

Elsa potrebbe diventare una principessa lesbica e aprire quindi la strada a principesse con caratteristiche diverse rispetto a quelle cui siamo stati abituati. Nel belpaese, come i lettori ricorderanno, è montata una polemica sostenuta tra gli altri da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che hanno dichiarato contrarietà alla scelta di una principessa Disney omosessuale. Polemica che potrebbe ripetersi in caso di eroina transessuale o abortista e così via. Ma perché il tweet di Planned Parrenthood è stato rimosso?

La presidentessa Melissa Reed, secondo quanto si legge sul Washington Post, ha giustificato così la scelta:"Ci siamo uniti a una conversazione su Twitter in corso sul tipo di principesse che la gente vuole vedere nel tentativo di esprimere un punto sull'importanza di raccontare storie che sfidano lo stigma e sostenere storie che troppo spesso non vengono raccontate". L'Importanza delle argomentazioni sostenute e del tema di fondo, però, non sarebbe stata adatta al contesto della conversazione sul social network e così si sarebbe optato per togliere il post.

Nella versione più recente de La Bella e La Bestia è stata già presentata una "scena gay". Per alcuni critici, in definitiva, la Disney sta lentamente sposando i valori Lgbt. Per altri, invece, la casa di produzione si sta solo adeguando al mondo circostante. "E' solo il primo passo verso la creazione di un mondo cinematografico che riflette quello che viviamo ora. Ce n'è voluto di tempo, ma questo è il verso giusto e mi congratulo con una Disney intenzionata a cambiare gli atteggiamenti sociali e che punta al progresso", ha detto lo scorso anno Matt Cain di Attitude, il giornalista che ha fatto lo scoop su La Bella e la Bestia.

Quanto "richiesto" da Planned Parrenthood potrebbe non essere così distante da quanto vedremo nei prossimi cartoni animati per bambini.

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