Cronache

Alpini al contrattacco: "Non siamo molestatori"

Nonostante le dure accuse delle femministe ad oggi solo una denuncia è stata presentata alla polizia, utilizzando l’applicazione YouPol

Alpini al contrattacco: "Non siamo molestatori"

Non ci stanno gli Alpini a essere definiti molestatori seriali e sono pronti a difendere e denti stretti la categoria, anche portando in tribunale chi li accusa. A distanza di quasi un mese dal contestato raduno di Rimini, che si è svolto dal 5 all’8 maggio, ancora si discute animatamente di ciò che sarebbe accaduto nelle strade della città romagnola. Sono state diverse le donne che hanno segnalato sui social media di essere state molestate sessualmente da alcuni Alpini, spalleggiate dal gruppo femminista “Non una di Meno – Rimini”. Nonostante le tante polemiche, però, risulta che attualmente solo una persona ha presentato formale denuncia utilizzando l’applicazione YouPol della polizia di Stato, mentre degli altri casi si sono perse le tracce.

“L'immagine degli Alpini – ha dichiarato al quotidiano Libero il presidente delle cosiddette Penne nere Sebastiano Faveronon può essere compromessa da episodi isolati. Il 99,9% dei nostri associati è gente seria, che si impegna, lavora, dà una mano, che mai si è tirata indietro dinanzi a qualsiasi calamità o emergenza. E che incarna lo spirito del sacrificio e della condivisione. Questo è il vero valore degli Alpini. E di questo non è stato tenuto minimamente conto, gettando fango addosso a una categoria”. Sull’unica denuncia presentata, intanto, la procura di Rimini ha avviato le indagini, ma le Penne nere non stanno a guardare. Gli Alpini hanno costituito una task force con avvocati, psicologici ed esperti di comunicazione per capire cosa è successo realmente al raduno.

“Se ci sono stati episodi isolati vanno approfonditi sicuramente – ha continuato Favero – voglio capire qual è la portata di questa denuncia. Se ci saranno le condizioni siamo pronti a denunciare di sicuro”. L’obiettivo degli Alpini è evitare che si discrimini un’intera categoria per alcuni eventuali episodi isolati, cosa non condivisa al gruppo delle femministe, le quali si battono per evitare nuovi raduni delle Penne nere. A Rimini, in ogni caso, i commercianti si sono schierati dalla parte degli Alpini, poiché il trambusto creato dalle accuse delle femministe ha avuto ripercussioni sui loro affari. Le prenotazioni dei turisti sono diminuite e ciò ha provocato malumore in città.

Anche il sindaco Jamil Sadegholvaad si è schierato, augurandosi che presto si possa ripetere l’adunata a Rimini, pur condannando i presunti episodi di molestie sessuali.

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