Cronache

Arsenale di guerra sequestrato a pensionato insospettabile

Pistole, fucili e coltelli: l'operazione dei carabinieri a Sant'Anastasia, nel napoletano. Indagini per capire se il 65enne è l'armiere della camorra

Arsenale di guerra sequestrato a pensionato insospettabile

Un autentico arsenale di guerra è stato scoperto nel terreno e nell’abitazione di un pensionato di Sant’Anastasia, nell’hinterland napoletano.

I carabinieri hanno scoperto che nel suo fondo, l’uomo, 65 anni, descritto come un vero e proprio insospettabile, aveva nascosto un fucile calibro dodici (con la matricola abrasa per renderlo irriconoscibile ai database delle forze dell’ordine), una pistola – con canna di ricambio - calibro trentotto (risultata poi rubata a un 45enne di Acerra che la deteneva legalmente), un caricatore da trenta colpi per fucile mitragliatore, 3.500 cartucce di vario calibro per pistola, fucile e carabine e ben tre chilogrammi di polvere da sparo accuratamente stipata e conservata in otto barattoli.

Ma non è ancora finita la lunga lista delle scoperte effettuate dai militari. Dopo aver ispezionato il terreno, infatti, i carabinieri hanno frugato nell’abitazione del pensionato. A casa, il 65enne conservava quella che sembrava quasi l’officina di un armaiolo. Gli investigatori hanno trovato, e messo sotto sequestro, quattro carabine e sei pistole, armi costruite originariamente per essere ad aria compressa e modificate per diventare letali. C’era poi una pistola artigianale di grosso calibro, una trentasei magnum. Ventuno micce per innescare bombe carta, tre canne da revolver, otto attrezzi utili a confezionare e “caricare” di polvere da sparo i proiettili. Infine, una balestra, un coltellaccio con lama da dodici centimetri e una carabina ad aria compressa di piccolo calibro.

A conclusione dell'operazione, i carabinieri hanno trovato tra terreno e abitazione dell'uomo anche alcune piantine e una discreta quantità di marijuana.

Adesso le indagini sono concetrate a chiarire la posizione del pensionato napoletano. In primo luogo, infatti, gli inquirenti dovranno capire se le armi dell'arsenale sono state utilizzate in uno dei troppi fatti di sangue che hanno funestato gli ultimi mesi in provincia di Napoli. Per questo è stato inviato tutto agli uomini delle investigazioni scientifiche del Racis di Roma. In seconda battuta, gli inquirenti dovranno accertare se l'insospettabile con l'arsenale in casa facesse da “armaiolo” dei clan e se (ed eventualmente quali) rapporti avesse con la criminalità organizzata.

Solo un anno fa un'altra scoperta, nell'area vesuviana, aveva consentito agli investigatori di capire al meglio le dinamiche della camorra.

A Sant'Antonio Abate, infatti, fu scoperto un "poligono" della malavita.

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