Cronache

Le bande di ladri dell'Est dietro i grossi furti

Colpi milionari, messi a segno con velocità e destrezza. I ladri d'arte sono difficili da incastrare, ma un team di super investigatori non smette mai di cercarli. L'ultimo furto al castello di Dresda

Le bande di ladri dell'Est dietro i grossi furti

Colpi milionari, con bottini da capogiro. Veloci e invisibili, mettono a segno i più grossi furti della storia e poi svaniscono nel nulla. Sono le bande di ladri che vengono soprattutto dall'Est. In più occasioni hanno dimostrato di essere molto scaltri, anche se nel campo dell'arte è difficile risalire alla connotazione dei ladri. Le dinamiche dietro questi tipi di furti sono le più strane e talvolta anche le più spettacolari.

Il furto a Dresda

L'ultimo colpo grosso risale allo scorso lunedì, quando i ladri sono entrati nella stanza del tesoro del castello di Dresda, in Germania, portando via un bottino da un miliardo di euro, in gioielli preziossissimi. Nonostante le forze dell'ordine siano intervenute immediatamente, i malviventi sono riusciti a fuggire. Le telecamere hanno individuato due sospetti, ma non è escluso che ci fossero altri complici ad attenderli fuori dal castello. Gli investigatori, in tutto 20, sono sulle loro tracce, mentre emergono nuovi dettagli sulle modalità del furto. Su alcuni gioielli lasciati nella sala delle "Volte verdi" è stata spruzzata dai ladri una strana "polvere bianca", probabilmente usata dai malviventi per coprire le proprie tracce. I due sospetti sono entrati da una piccola finestra, poi hanno colpito una vetrina con un'ascia: hanno scelto quella contenente i gioielli più preziosi. Sembra abbiano agito a colpo sicuro, il che fa pensare alla presenza di una talpa. Poco dopo, gli inquirenti hanno trovato un'automobile, data alle fiamme in un garage sotterraneo e si dicono futuri che sia quella usata dalla banda: nel veicolo, infatti, sono state trovate tracce provenienti dalla stanza delle "Volte Verdi". Il bottino è composto da pezzi "non trattabili sul mercato", perché risalenti al Settecento ed estrarne i diamanti "ne ridurrebbe drasticamente il valore; sarebbe una vera stupidaggine". I ladri però, potrebbero comunque decidere di smembrare i gioielli, per rivenderli in pietre preziose.

Gli altri colpi grossi

Il Messaggero ricorda il furto di qualche anno fa, a Roma, quando vennero rubati i gioielli di Villa Giulia, scomparsi dal museo etrusco. In quel caso, i latri usarono asce e fumogeni, per portare a casa il prezioso bottino. I carabinieri li arrestarono, fermando anche la loro committente: una donna proveniente dalla Russia. E la notte tra il 29 e il 30 gennaio del 2017, una banda di ladri aveva rubato da un magazzino a Londra 260 volumi antichi di notevole rilevanza storica. Per eludere il sistema d'allarme, i malviventi avevano rotto il lucernario, calandosi all'interno dell'edificio con delle corde. Poi avevano rubato centinaia di libri: il valore commerciale ammontava a 2 milioni di sterline, oltre 2 milioni di euro. Recentemente, per quel furto sono state arrestate 15 persone, tra criminali inglesi e provenienti dall'Est Europa, in particolare dalla Romania. Infine, anche il furto di gioielli a Palazzo Ducale era stato opera di criminali dell'Est: la polizia, infatti, aveva fermato quattro cittadini croati e un serbo, che erano riusciti ad arrivare in Croazia. Anche in quel caso, il bottino ammontava a qualche milione di euro.

Su questo genere di furti indaga un team di investigatori speciale, che non molla facilmente la presa. In Italia, ogni opera rubata è catalogata e conservata in un data base. Le ricerche di questi capolavori scomparsi non vengono mai interrotte.

Il nostro Paese risulta il primo al mondo per furti d'arte: un traffico che vale 9 miliari di euro globalmente e che, solo in Italia, registra circa 20mila colpi all'anno, 55 al giorno.

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