Cronache

Bolzano, il medico denuncia: "Covid party per ammalarsi e avere il Green pass"

Diverse persone avrebbero ammesso di essersi contagiate di proposito, in modo da avere sia gli anticorpi che il Green pass, senza dover ricevere il vaccino

Bolzano, il medico denuncia: "Covid party per ammalarsi e avere il Green pass"

Pur di avere il Green pass senza doversi vaccinare, alcuni No vax sono pronti ad ammalarsi, come denunciato da un medico. Senza pensare al pericolo che corrono, ovvero finire in ospedale. Eppure qualcuno ha ammesso di aver cercato apposta il contagio. Così da avere sia gli anticorpi che il certificato verde.

Il medico: "Si contagiano di proposito"

Come riportato dal Corriere, Patrick Franzoni, vice coordinatore della unità Covid della provincia di Bolzano ha spiegato: “Dai colleghi medici impegnati nelle strutture della Provincia abbiamo raccolto più di una voce di chi ha ammesso di essersi contagiato di proposito. Per sviluppare gli anticorpi, e per ottenere il Green pass senza vaccinazione”. In giro per il mondo sono stati segnalati numerosi Covid party dall’inizio della pandemia, ma questa è la prima volta che a denunciare quanto sta succedendo è un medico, e per l’esattezza il vice coordinatore dell’unità Covid della Provincia dove si verificano queste feste, nelle quali l’ospite d’onore è il virus. E non sono solo i ragazzini a incontrarsi e a rischiare il contagio.

Ragazzini e adulti

Franzoni ha infatti parlato di due situazioni che vanno di pari passo: “Da un lato ragazzi in età scolare, magari spinti da genitori No vax, che cercano contatti con i positivi per sviluppare l’infezione nella convinzione che si tratti solo di un’influenza che non provoca problemi particolari. Dall’altro, persone più adulte che vivono nelle nostre valli, splendide ma dove i numeri delle vaccinazioni sono un pochino deludenti”. Lo scorso anno il medico aveva coordinato la campagna “Test rapidi in Alto Adige”, attraverso la quale la Provincia era riuscita a ottenere una visione globale dell’andamento delle infezioni. La campagna aveva avuto notevole successo e soprattutto una risposta importante. “Il 78% della popolazione vaccinabile” ha già scelto di ricevere le inoculazioni, e adesso che la Provincia ha aperto i booster anche a chi ha meno di 40 anni, “c’è stato un vero assalto. E questo è molto positivo” ha sottolineato Franzoni.

C’è però ancora una parte di cittadini che proprio non vuole saperne di fare il vaccino. Tanto convinti che il siero sia pericoloso da preferire il contagio, incuranti del rischio che possono correre e di una eventuale ospedalizzazione. “Sono gli stessi ragionamenti che si fanno appena oltre confine, come nel Tirolo austriaco che in questo momento è sotto una pressione pesantissima. Persone che non capiscono che stanno giocando con il fuoco” ha aggiunto in ultimo Franzoni.

Cosa sta succedendo in Alto Adige

I contagi in Alto Adige continuano ad aumentare, tanto da far pensare prima o poi al passaggio in una zona di colore diverso dal bianco. "Il mio reparto è quasi sempre pieno, abbiamo un grande turn-over con la maggioranza dei pazienti che non è vaccinata. Direi, l'80% non ha nemmeno una dose, un 20% invece è vaccinata". A dirlo in una intervista a Free.it è Elke Maria Erne, primario del reparto Malattie infettive dell'ospedale di Bolzano. La Erne ha poi precisato che si tratta “essenzialmente persone fragili e over 70 che si sono infettati tra le seconda e la terza dose. Praticamente sono entrati in contatto con il virus in quella fascia di tempo in cui la protezione del vaccino è diminuita ma non avevano ancora fatto la dose booster. Purtroppo l'alto numero di No vax ha contribuito a infettare questo tipo di pazienti".

A questo punto l'Alto Adige potrebbe presto diventare addirittura zona rossa. Il primario ha poi continuato: "Si teme che possa accadere. I numeri ci dicono che la situazione è peggiore qui che in altre parti d'Italia. Secondo il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, addirittura la provincia di Bolzano dovrebbe diventare rosso scuro. Vedremo cosa accadrà e quali saranno le conseguenze.

Noi intanto ci dedichiamo ai pazienti".

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