Cronache

A caccia di jihadisti in Libia Le operazioni degli italiani

Le nostre forze speciali addestrano i miliziani che combattono lo Stato islamico e cercano i terroristi sul territorio libico

A caccia di jihadisti in Libia Le operazioni degli italiani

Il premier Matteo Renzi ha autorizzato per la prima volta una missione di forze speciali in zona di guerra. Il tutto in silenzio senza informare il Parlamento. A confermare l'operazione è stato un documento che, come ha spiegato l'Huffingtonpost, è stato ricevuto dal Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. A gudare le operazioni italiane in Libia è il Reggimento "Col Moschin", del gruppo operativo incursori del Comsubin, del gruppo intervento speciale dei carabinieri e incursori dell’aeronautica militare. I compiti degli uomini italiani in Libia sono principalmente due, come riporta laStampa. Il primo riguarda l'affiancamento di forze speciali americane di stanza a Tripoli e Misurata in missioni di addestramento di milizie locali impegnate a combattere i jihadisti dell'Isis. Il secondo compito invece riguarda un’azione di intelligence per controllare gli spostamenti dei jihadisti sul territorio libico. In questo momento la pattuglia di italiani che monitora e dà la caccia ai jihadisti è composta da circa 40 uomini. Inoltre gli sitruttori vengono scortati da altri soldati. Intanto sull'impiego dei nostri soldatio in Libia si è espresso il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: "Se avessimo missioni militari in Libia dovrebbero essere, e saranno, autorizzate dal Parlamento", ha affermato Gentiloni, in una intervista al Corriere della Sera. "Presto l'Italia potrebbe riaprire la sua ambasciata a Tripoli, chiusa nel febbraio 2015. Il nostro governo ha nominato ambasciatore Giuseppe Perrone", spiega ancora Gentiloni sottolineando che "il nostro impegno non deve stupire: contribuire a stabilizzare la Libia è una priorità nazionale, dalla sicurezza all'immigrazione". Gentiloni fornisce anche più dettagli sul ruolo dell'Italia nel Paese un tempo dominato da Muammar Gheddafi. "Sul piano militare stiamo fornendo alle operazioni antiterrorismo un sostegno logistico. Se ci saranno richieste ulteriori attività di addestramento della guardia presidenziale e di sostegno alla guardia costiera le valuteremo. Serraj ci ha fatto avere la lettera della quale avevamo parlato giorni fa, quando mi aveva chiesto una presenza della nostra Sanità militare", sottolinea il titolare della Farnesina concludendo che "non si sta parlando di invio di truppe, ma di operazioni umanitarie.

Quanto all'iniziale interesse manifestato dal governo libico per una protezione e valorizzazione dei beni culturali vedremo di che cosa si tratta".

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