Cronache

Don Morselli: "Famiglia Cristiana? Salvini non è contro il Vangelo"

Matteo Salvini non contrasta con i dettami del Vangelo. A sostenerlo è don Alfredo Morselli, che è intervenuto a sostegno del ministro leghista. "Sì" anche al crocifisso nei porti. "No", invece, alla riorganizzazione partitica dei cattolici in funzione anti-Lega

Don Morselli: "Famiglia Cristiana? Salvini non è contro il Vangelo"

Matteo Salvini e la copertina di Famiglia Cristiana. Don Alfredo Morselli parlerebbe volentieri anche di Humanae Vitae e dell'intercomunione. Ma la polemica del giorno riguarda la scelta fatta dalla rivista cattolica: associare il nome del ministro dell'Interno a quel "Vade retro": versetto biblico diretto a Satana. Abbiamo intervistato il sacerdote e teologo, in esclusiva, per IlGiornale.it

C'è una forte polemica attorno alla copertina dell'ultimo numero di Famiglia Cristiana. "Vade retro" sembrerebbe riferito al ministro Salvini, che sarebbe così accostato al diavolo. Cosa ne pensa?

"Proprio in epoca in cui scarseggiano esorcisti perché - come diceva P. Amorth - "I vescovi non credono più al demonio", ecco Famiglia cristiana nei panni dell’ "Ultimo esorcista (L’ultimo esorcista è il titolo del libro-testamento spirituale di P. Amorth, ndr).
Ci sarebbe da sorridere, se non ci fosse da piangere, per un approccio che è fideista, maldestramente emotivo e senza ragioni: il cardinal Caffara parlava di una fede esclamata, ma non pensata".

In passato, la stessa rivista ha pubblicato copertine su Mario Monti, Laura Boldrini e su Giorgio Napolitano. Questi sono leader più vicini alla visione cattolica della politica?

"La visione cattolica della politica è una visione basata sulla ragione. I cosiddetti principi non negoziabili sono solo ricordati dalla rivelazione soprannaturale, che è venuta in aiuto alla ragione offuscata dal peccato originale. I comunisti (qui don Alfredo sembrerebbe riferirsi alla Boldrini, ndr) e i modernisti (qui, invece, parrebbe citare in causa Monti, ndr) vorrebbero un cristianesimo svuotato delle certezze razionali ancor prima che della fede, per poter combinare il matrimonio sociale tra relativismo e cattolicesimo svuotato dei valori oggettivi. Famiglia cristiana è l’araldo di queste aberrazioni".

Lei ritiene che sui migranti Salvini vada contro il Vangelo?

"Assolutamente no: non è contro l’accoglienza dei migranti tout-court, ma vuole semplicemente cambiare il modo con cui il problema dei flussi migratori è stato gestito in Italia. E in questo si pone contro i poteri forti, che come gli alchimisti giocano sulla sostituzione della civiltà cristiana, e i loro utili idioti (nel senso leninista, specifica don Alfredo, ndr): chi ci 'mangia sopra' e anche chi, in un modo un po' ingenuo, sostiene questi progetti mondialisti senza rendersi conto della loro portata".

Ritiene che i cattolici debbano riorganizzarsi per far fronte comune contro il ministro Salvini?

"In questo momento direi che bisogna far fronte con il ministro Salvini: non per fare una nuova Democrazia Cristiana leghista, ma per sostenerlo tanto quanto la sua azione è coerente con il diritto naturale. È quel tipo di azione politica favorita da San Pio X per traghettare i cattolici dal non expedit verso un’azione storicamente incisiva sul piano sociale".

Ma i temi bioetici che fine hanno fatto? La stampa cattolica non se ne occupa più?

"Come le dicevo, essendo il neomodernismo fideista, considera integrismo tutto ciò che si rifà ad una verità naturale oggettiva. C’è solo l’emozione e lo sballottamento dei venti delle false dottrine, come diceva Benedetto XVI nella S. Messa prima del conclave in cui è stato eletto Papa".

Il ministro Salvini ha anche proposto di posizionare un crocifisso in ogni porto italiano. Cosa ne pensa?

"Certamente è un gesto buono, per il giusto primato della vera religione sulle false. Da un punto di vista laico, è giusto per il fatto che la civiltà italiana è storicamente cristiana. Ed è giusto che i migranti che vengono accolti, sappiano che ciò può avvenire per quella mentalità, per quell’eredità cristiana, che - nonostante tutto - impregna ancora il nostro popolo".

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