Cronache

Ecco il vero Far West italiano: ​"97% rapine senza colpevole"

I banditi tutelati e mai in galera. Chi si difende viene indagato. L'urlo delle vittime per cambiare la legge sulla legittima difesa

Ecco il vero Far West italiano: ​"97% rapine senza colpevole"

Mettetevi nei panni di chi subisce una rapina, magari a mano armata. Siete lì, terrorizzati. Lui fruga tra le vostre cose, di notte. Nel migliore dei casi il bandito se ne esce da casa vostra con qualche orecchino e l’argenteria, nel peggiore venite aggrediti. Oppure pestati. Magari provate a reagire, avete una pistola, sparate. E così finite indagati, processati e magari pure condannati. Una storia già scritta, vista e rivista. E il ladro? Lui invece può vivere tranquillo. Se tutto va bene è più ricco di quando è entrato. Se scappa senza lasciare troppe tracce e la polizia indaga, nel 97%(!) dei casi non verrà mai scoperto. E se la vittima del suo reato si ribella e lo ammazza? Certo a lui non va molto al meglio, ma è possibile (se non probabile) che un giudice conceda a qualche familiare un lauto risarcimento.

Oggi in Commissione Giustizia al Senato sono iniziate le audizioni sulla legittima difesa. E per la prima volta i parlamentari hanno ascoltato la voce delle vittime, disegnando un quadro che è sconcertante. Se non deprimente. Da tutti i punti di vista: dal tasso di criminalità alle rapine impunite, passando per il calvario dei processi a chi si difende dai banditi.

È stata la presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, Elisabetta Aldrovandi, a sciolinare i numeri. “Il 97% dei furti – ha spiegato - rimane senza colpevole e nella maggior parte dei casi con condanne non adeguate". Avete capito? 97% dei furti. Mica bazzecole. E questo nonostante il grande lavoro messo in campo dalle forze dell’ordine, che spesso e volentieri si ritrovano i banditi (arrestati il giorno prima) già operativi dopo neppure 24 ore. È questo il vero Far West italiano, non le uova lanciate da due ragazzetti o la presunta onda razzista nostrana. Mattarella e la sinistra ne tengano conto. E ascoltino la voce di chi spesso è costretto al silenzio.

Esisterebbe un modo per evitare che i ladri e i violenti la facciano (spesso) franca. Bisognerebbe “inasprire la pena per i furti” e quella “sulla violazione di omicidio”, spiega Paola Radaelli, presidente dell’Unione Nazionale Vittime (Unavi). Per impedire che tutto si risolva a tarallucci e vino, occorrerebbe poi fare in modo che la “sospensione della pena sia limitata ai casi meno gravi”, escluderei i reati gravi come rapina, furto e violazione del domicilio “dal rito abbreviato" e dal "conseguente sconto di pena". Infine, c'è da introdurre pure il risarcimento obbligatorio. Niente più e niente meno. Si farà mai?

Forse sì. O almeno questo è quello che spera anche il presidente dell'associazione Nessuno tocchi Abele. La legge sulla legittima difesa che il Parlamento dovrebbe partorire è un punto di non ritorno per evitare altri casi come quello dell’oste di Vaprio D’Adda. Per farsi un’idea di quanto sia importante intervenire basta ascoltare il racconto di Enrico Balducci, presidente dell’associazione. “Io sono stato vittima e carnefice - spiega con lucidità sconcertante - Sono un condannato, per una vicenda che riguarda una tentata rapina presso uno dei miei distributori di benzina”. Quando sparò al ladro il tutto si è svolse in soli “4 secondi e 20 centesimi”: la paura, l’aggressione, lo sparo. Balducci esplose il colpo, stando alle telecamere, “sessanta centesimi di secondo dopo il momento in cui il rapinatore mi ha puntato la pistola”. Tuttavia è stato condannato perché "i magistrati hanno ritenuto che non ci fosse l’attualità del pericolo”. Balducci, secondo le toghe, avrebbe dovuto “capire” che "i malviventi erano in fuga”. Ecco perché va cambiata la legge che assegna troppo potere decisionale ai giudici. Ecco perché Giulia Buongiorno diceva che prima difendersi in Italia bisogna fare un’indagine notturna: il ladro è armato, mi minaccia, è di spalle o di fronte? Un calvario.

Una via crucis che poi si trasforma magari pure in beffa. Tu te ne stai in casa, tranquillo. Subisci un furto, reagisci, il ladro viene ferito (o muore), vieni condannato e alla fine devi pure risarcire la vittima (o la sua famiglia). Cornuti e mazziati. Per modificare la norma basterebbe aggiungere una frase alla legge. Basterebbe scrivere che il risarcimento è escluso se il danno al malvivente viene causato come reazione ad un altro reato, come l’effrazione o il furto. Perché, diceva giustamente Salvini, se vieni nella mia proprietà senza permesso devi sapere che ne puoi uscire steso. In barella o nella bara.

La domanda che occorre porsi, dice Baldelli, è semplice: “La legittima difesa è incriminante o è un diritto? Io devo dimostrare di essermi difeso, oppure dobbiamo fare il processo al rapinatore?”.

Ora risponda il Parlamento.

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