Cronache

Ecologia, laicismo e multiculturalismo: la Chiesa verso la rivoluzione

Il Sinodo sull'Amazzonia della Chiesa cattolica potrebbe cambiare per sempre il cattolicesimo. Questi sono le principali modifiche sul tavolo

Ecologia, laicismo e multiculturalismo: la Chiesa verso la rivoluzione

Il documento preparatorio per il Sinodo dell'Amazzonia è centrato sui "nuovi cammini" per la Chiesa cattolica e sulla "ecologia integrale". Papa Francesco, mediante una riforma apportata nell'autunno del 2018, ha elevato la funzione dei documenti sinodali al rango normativo. Quello finale è destinato ad entrare, di diritto, nel magistero. Significa che quanto disposto dalle assemblee dei vescovi partecipanti costituirà ben più di un suggerimento. È una premessa necessaria al ragionamento che segue.

Siamo ancora lontani dal poter definire l'entità di una possibile rivoluzione. Ma i cattolici progressisti ne sono sicuri: la prossima Assemblea speciale verrà ricordata all'interno dei libri di storia. "Niente sarà più come prima," ha dichiarato mons. Adveniat Franz-Josef Overbeck. Sì, ma in quale direzione e rispetto a quale materie dottrinali? Qualche elemento in più è rintracciabile su La Fede Quotidiana: Il monsignore - si legge - ha sottolineato che "che la struttura gerarchica della Chiesa, la sua morale sessuale, l’immagine generale del sacerdozio, il ruolo delle donne nella Chiesa, saranno da riconsiderare". Non è poco per un Sinodo che dovrebbe occuparsi solo di quella zona di mondo.

Sul tavolo, anzitutto, c'è la sperimentazione per l'Amazzonia, dove i preti scarseggiano di numero, dei "viri probati", cioè il fatto che "uomini di chiara fede", che hanno tuttavia contratto un matrimonio nel corso della loro esistenza, possano ricevere la facoltà di celebrare alcuni o tutti i sacramenti in sostituzione dei sacerdoti ordinari. Sarebbe uno dei "nuovi cammini" della Chiesa. Poi c'è chi sembra voler alzare l'asticella più in alto, come il cardinale Reinhard Marx, che vorrebbe si discutesse dell'attualità del celibato. Dopo l'ottobre del 2019, insomma, la Chiesa cattolica potrebbe presentare una concezione del sacerdozio leggermente più laica o del tutto stravolta. I progressisti giocano la partita della dottrina toccando spesso la palla. I sinodi, da qualche tempo a questa parte, hanno un'impronta specifica, che è la loro. I conservatori si sbracciano, segnalando "confusione" e "distorsioni", ma sedendo in panchina e senza entrare poi molto nel vivo del gioco.

Il cardinale Hummes e i "ministeri differenziati"

Il porporato brasiliano Clàudio Hummes ha rilasciato un'intervista a La Civiltà Cattolica, la storica rivista dei gesuiti diretta da padre Antonio Spadaro. Grazie alle sue dichiarazioni, abbiamo scoperto qualcosa in più sull'appuntamento autunnale. C'è, intanto, un accenno alla bontà del multiculturalismo ecclesiale: "Dobbiamo apprezzare la diversità delle culture: alla Chiesa ne verrà un arricchimento, non una minaccia. La diversità non attenta all’unità della Chiesa, ma la rafforza". Poi, l'ex prefetto della Congregazione per il Clero, specifica meglio quali cambiamenti potrebbero essere adottati sul sacerdozio: Questo bisogno della comunità (riferito all'Amazzonia, ndr) forse, dovrà spingerci a pensare a ministeri differenziati a partire dal fatto che una certa comunità, in un posto specifico, ha bisogno di una presenza adeguata". Hummes, in questo virgolettato, sembra riferisi ai già citati "viri probati", ma sarà l'ordine del giorno sinodale a chiarire una volta per tutte come stanno le cose. Il cardinale, come spiegato ieri, parla anche di "resistenze" e di "Chiesa indigena".

La Chiesa verso la rivoluzione

Diviene lecito domandarsi, quindi, che tipo di Chiesa cattolica uscirà, per usare un'espressione impropria, dal Sinodo sull'Amazzonia. Non si può essere pretestuosi, ma la sensazione è che abbia ragione monsignor Overbeck a dire che nulla, dall'approvazione del documento finale in poi, sarà come prima. L'ecologia e il multiculturalismo, con tutte le conseguenze che quest'ultimo tema produce sulla visione ecclesiale dell'immigrazione e dei fenomeni migratori, hanno da tempo fatto la loro comparsa tra le priorità dottrinali. Tanto che alcuni cardinali conservatori hanno richiesto che l'Ecclesia non venisse trasformata in qualcosa di simile a una Ong.

Ma il percorso, la direzione culturale che abbiamo cercato d'indagare per mezzo di questo articolo, sembra essere già stata individuata dalle alte gerarchie.

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