Cronache

Fermo, i verbali e 6 testimoni contro la vedova. Ora rischia l'accusa di calunnia

I verbali dei testimoni nelle meni della Procura sembrano confermare la versione dei Amedeo Mancini, l'uomo accusato per la morte di Emmanuel Nnamdi a Fermo

Fermo, i verbali e 6 testimoni contro la vedova. Ora rischia l'accusa di calunnia

I verbali nelle mani della procura ora rischiano di mettere nei guai Chiniary Nnamdi, la moglie di Emmanuel Chidi Nnamdi, il nigeriano morto a Fermo la settimana scorsa dopo una lite con un ultrà locale, Amedeo Mancini.

Nei documenti, infatti, sono contenute le dichiarazioni rese da tutti i testimoni che hanno visto quanto successo pochi minuti prima della morte di Emmanuel. Si parla di 6 testimoni oculari estranei alla vittima e all'accusato, poi ci sono le versioni date dall'amico di Mancini e quella di Chiniary. Ed è proprio questa la versione che, al momento, non ha trovato nessun riscontro. Nessuno dei sei testimoni, infatti, ha confermato il racconto fornito dalla moglie della vittima.

Le supertestimoni di Fermo

Partiamo dal principio. Ci sono due supertestimoni che hanno visto la scena dall'inizio, o almeno - scrive il Fatto Quotidiano che oggi riporta i verbali - subito dopo che Mancini ha chiamato "scimmia" Chiniary. E questo lo ha confessato lo stesso ultrà, accusato di omicidio preterintenzonale. Le due donne dicono di aver visto Emmanuel afferrare il cartello stradale "con base circolare di ferro e lo scaraventarlo contro Mancini colpendolo e facendolo cadere a terra". Bisogna aggiungere che la procura considera queste testimoni attendibili, perché tra loro non si conoscono eppure i due racconti coincidono.

Non basta. Nei verbali spunta una terza testimone. Si legge: "Mentre l'uomo di carnagione bianca si stava rialzando, l'uomo di colore cercava di colpirlo con i piedi mentre la donna tentava di attingerlo (colpirlo, Ndr) brandendo una scarpa in mano". La dinamica esosta dai testimoni confermerebbe quindi quanto detto da Mancini di fronte ai pm: "Sono stato aggredito".

Andimo avanti. Si legge ancora nel racconto della terza testimone: "È intervenuto un altro ragazzo (l'amico di Mancini, Ndr) che ha cercato di dividerli ma ha ricevuto dalla donna colpi con la scarpa". A quel punto è la stessa testimone a chiamare la polizia: "Ho visto l'uomo di colore che indirizzava all'altro calci e manate in faccia e la donna lo aiutava con la scarpa. Poi ho visto l'uomo dalla carnagione bianca colpire con un pugno l'uomo di colore che cadeva a terra".

Secondo la stessa testimone, i vigili sarebbero arrivati sul luogo della tragedia solo in questo momento. I vigili, riporta sempre il Fatto Quotidiano, dicono che al loro arrivo Emmanuel urlava, la moglie diceva di essere stata chiamata "scimmia" e Mancini accusava i due nigeriani di averlo aggredito.

La vedova rischia l'accusa di calunnia

Il problema è che la sua versione delle vedova è totalmente differente da quanto raccontato dai teste ai pm. "Emmanuel - ha sempre spiegato Chiniary - si liberava dalla stretta, si allontanava e nel frattempo l'uomo bianco afferrava un segnale stradale...e con tale arnese colpiva mio marito all'altezza della testa lato posteriore al contempo gli dava calci alle gambe. Quindi Emmanuel è caduto all'indietro". Come si può notare, quindi, la dinamica dei fatti riportata dalla vedova cozza con quanto spiegato ai pm dai 6 testimoni oculari. Tutti contro uno. Tanto che la procura non ritiene attendibile il racconto di Chiniary.

Un fatto che - scrive ancora il Fatto - "rischia di costare a Chiniary l'incriminazione per calunnia".

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