Cronache

L'anno di Papa Francesco: così ha blindato la Curia

Papa Francesco ha terminato l'anno rimproverando e blindando la Curia Romana. Ecco le nuove nomine e gli scenari per il 2018

L'anno di Papa Francesco: così ha blindato la Curia

Papa Francesco e la divisione nella Chiesa cattolica. Per il pontefice argentino, chi alimenta le "chiacchiere" distrugge la fraternità sacerdotale: "Il chiacchiericcio è un atto terroristico, perché tu con la chiacchiera butti una bomba, distruggi l’altro e te ne vai tranquillo! Per questo, custodire la fraternità sacerdotale. Per favore, niente chiacchiere. Sarebbe bello mettere un cartello all’entrata: 'Niente chiacchiere'", ha dichiarato il papa l'ottobre scorso, in occasione dei trecento anni del ritrovamento dell’Immagine di Nostra Signora Aparecida. Negare l'esistenza di un dibattito dottrinale in Vaticano - però - risulterebbe giornalisticamente fuorviante. L'anno che Bergoglio si lascia alle spalle non è stato semplice: la Curia è divisa e le parole del papa in occasione dell'Udienza di fine anno ai cardinali, quelle relative ai "traditori di fede" e agli "approfittatori", costituiscono una prova di questi dissidi. Niente "cerchie ristrette" - ha specificato il successore di Pietro - e basta con la "logica dei complotti": due fenomeni che evidentemente esistono. E il 2017 è stato - anzitutto - l'anno degli strascichi con il "fronte conservatore".

I "dubia" irrisolti dei quattro cardinali

Quando Burke, Caffarra, Meisner e Brandmueller hanno sollevato i "dubia" sull'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" era l'autunno de 2016 e mai - probabilmente - i quattro si sarebbero aspettati che Francesco non sarebbe stato disposto neppure a riceverli. Nel 2017, Caffarra e Meisner sono scomparsi. Burke e Brandmueller - invece - sembrano aver smesso di chiedere chiarimenti, mentre il papa ha risposto indirettamente pubblicando negli Acta Apostolis Sedis la sua lettera all'episcopato argentino nella quale elogia l'interpretazione aperturista dei vescovi della sua nazione. La questione per alcuni è "spropositata", ma resta il principale simbolo identificativo delle critiche mosse, tanto all'interno quanto all'esterno della Santa Sede, verso il pontefice. A rincarare la dose - poi - ci ha pensato l'ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: in un'intervista rilasciata a Massimo Franco sul Corriere della Sera, il cardinale Mueller è arrivato a parlare del rischio di uno scisma. Bisogna specificare - tuttavia - che le rimostranze dei "conservatori" non sono riferite unicamente al capitolo ottavo di "Amoris Laetitia". Quello che viene contestato - anzitutto - è un certo modus operandi, che sarebbe stato introdotto in Vaticano dall'elezione di Bergoglio: i prefetti delle Congregazioni sarebbero "scavalcati" da alcuni che, facendo parte di un presunto "cerchio magico", riferirebbero tutto direttamente al pontefice.

I "Ratzingeriani" in forse

Le Congregazioni rischiano così di diventare il principale terreno di "scontro" del prossimo futuro. La vicenda più delicata riguarda certamente il cardinale Robert Sarah: il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti è stato pubblicamente corretto da Bergoglio rispetto ad un'intepretazione del Motu Proprio "Magnum Prinicipium" sulla traduzione dei testi liturgici. In molti - ormai - si aspettano la "rimozione" del porporato africano, che sarebbe stato di fatto "svuotato" dai suoi "poteri" per via dell'appartenenza alla corrente dottrinale più tradizionalista. Non a caso - poi - del progetto di una "messa ecumenica", cioè di un rito in grado di accomunare tanto i cattolici quanto i protestanti, se ne starebbe occupando il cardinale Walter Kasper, teologo progressista e considerato dai più come facente parte del fronte dei "bergogliani". Nel caso Sarah dovesse realmente essere rimosso dal suo ruolo prima della scadenza naturale del mandato - cioè nel 2019 - questa mossa verrebbe certamente interpretata come uno "schiaffo" ai cardinali vicini a Benedetto XVI. Medesimo discorso - poi - per Padre Georg Gaenswein, il cui mandato da prefetto della Casa pontificia sarebbe già scaduto: rimuovere Gaenswein - magari per mandarlo altrove - significherebbe allontanare da Joseph Ratzinger una persona che gli è stata fisicamente e spiritualmente vicina sin dall'inizio del suo pontificato. Ma ogni papa - si sa - finisce per disegnare la Curia a sua "immagine" e "somiglianza". Proprio in questi giorni - attraverso nuove nomine - Francesco ha blindato la Curia Romana.

Così Francesco ha blindato la Curia

Dopo gli ultimi concistori, Bergoglio ha nominato cardinali di recenti creazione all'interno delle Congregazioni. Si legge in questa nota su Aci Stampa: "Il Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria, viene annoverato nella Congregazione per le Chiese Orientali. Il Cardinale Juan José Omella Omella, Arcivescovo di Barcellona, entra nella Congregazione per i Vescovi e nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Alla Congregazione per l'Educazione Cattolica sono destinati il Cardinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di Madrid e il Cardinale Blase Joseph Cupich, Arcivescovo di Chicago. Al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita arrivano il Cardinale Baltazar Enrique Porras Cardozo, Arcivescovo di Mérida; il Cardinale Jozef De Kesel, Arcivescovo di Mechelen-Brussel ed il Cardinale Jean Zerbo, Arcivescovo di Bamako. Cinque ingressi al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale: il Cardinale Patrick D'Rozario, Arcivescovo di Dhaka; il Cardinale Maurice Piat,Vescovo di Port-Louis; il Cardinale John Ribat, Arcivescovo di Port Moresby; il Cardinale Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, Vicario Apostolico di Paksé ed il Cardinale Gregorio Rosa Chávez, Vescovo Ausiliare di San Salvador. Il Cardinale Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma, è stato annoverato nel Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani". Una vera e propria sfilza di ingressi - quindi - che servirebbero anche ad evitare la creazione delle ormai celebri "cerchie ristrette" all'interno della Santa Sede. "Tutti cardinali che fanno riferimento al papa" - dice una fonte rimasta anonima a IlGiornale.it - "Benedetto non governava e comunque manteneva una chiesa plurale usando il Cencelli. Bergoglio vuole una chiesa a sua immagine e somiglianza schiacciata totalmente sui progressisti", aggiunge un "anonimo vaticano". E ancora: "Cupich ha fatto il salto a vescovo e poi a cardinale in un attimo. Rappresenta l'anti-Dolan e l'anti-Burke...viene utilizzato per portare a sinistra la conferenza episcopale statunitense".

Se il 2017 è stato l'anno degli strascichi - insomma - il 2018 potrebbe essere quello dello scontro dottrinale definitivo tra le varie correnti presenti in Vaticano.

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