Cronache

L'Aquila, arrestato il marocchino ubriaco che ha ucciso Sara

Lo straniero era alla guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti: aveva già effettuato una serie di sorpassi ad alta velocità

L'Aquila, arrestato il marocchino ubriaco che ha ucciso Sara

Novità per il caso Sara Sforza, la ragazza investita e uccisa la scorsa settimana a Celano, in provincia de L'Aquila: Jarrar Ayoub, il marocchino che si trovava alla guida dell'Alfa Romeo 159, è stato arrestato. I carabinieri della Stazione di Cerchio hanno eseguito l'ordinanza di custodia per omicidio stradale - richiesta dal pm Andrea Padalino e firmata dal giudice per le indagini preliminari Anna Carla Mastelli - nei confronti del 25enne.

La decisione è scattata in seguito ai risultati delle indagini svolte sulla dinamica dell'incidente: l'automobilista, al volante in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, si è schiantato contro la Renault Twingo dopo aver effettuato un serie di sorpassi ad alta velocità in un tratto di strada in cui non era consentito (in salita e con linea continua). Il giovane al momento è ricoverato nell'ospedale del capoluogo abruzzese a causa delle ferite riportate nel sinistro: verrà trasferito e rinchiuso in carcere appena sarà dimesso.

Le petizione e lo sfogo

Sul caso rimane grande rabbia: poco dopo il dramma è stata fatta scattare una petizione sulla piattaforma online Change, intitolata "Giustizia per Sara Sforza". Nell'iniziativa, lanciata Domenico Parsi, si legge: "La popolazione è stufa di vedere vite spezzate a causa di droga, alcol e la mancanza del minimo senso civico". L'auspicio principale è che "non finisca tutto a tarallucci e vino", anche perché "ci sono due genitori che non vivranno più per il resto della loro vita".

Alessio Vergani - il ragazzo di Sara - ha raccontato quei drammatici attimi attraverso la voce dell’avvocato di famiglia, Lucio Cotturone: "L'urto è stato tremendo. Indossavamo entrambi la cintura di sicurezza. Sono riuscito a liberarmi subito e ho capito che la situazione per Sara era disperata, ma respirava. Mi è praticamente morta tra le braccia. Un’immagine che mi resterà impressa nella mente per tutta la vita".

Inizialmente il mancato arresto del marocchino aveva provocato l'ira anche di Tiziano Genovesi: "C'è una giovane vita spezzata a causa di un sorpasso azzardato da parte di un marocchino risultato positivo ai test su alcool e droga, tutt’ora a piede libero e, tutt’ora in Italia, grazie al suo legale per aver impugnato in Cassazione il provvedimento di espulsione".

Il vicecommissario provinciale della Lega, come riportato da Il Centro, aveva dichiarato: "Ringrazio le forze dell’ordine per i controlli effettuati a tappeto, ciò nonostante la Marsica piange Sara".

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