Cronache

Loris, l'ordinanza del Gip: "Veronica ha un'indole malvagia"

Per il gip che ha convalidato il fermo della mamma del piccolo Loris, Veronica ha avuto una "cinica condotta tenuta" e la "evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze"

Loris, l'ordinanza del Gip: "Veronica ha un'indole malvagia"

"Dalla ricostruzione dei fatti nei confronti di Veronica Panarello emerge un quadro indiziario di rilevante gravità per l’omicidio del figlio Loris". Lo scrive il gip di Ragusa nell’ordinanza di convalida del fermo della donna. Secondo il giudice, "la mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza".

"Veronica Panarello ha avuto il tempo e l’occasione per uccidere il figlio strangolandolo, presumibilmente, con una fascetta stringicavo in plastica della quale aveva disponibilità", scrive ancora il gip di Ragusa. Che poi aggiunge: "Veronica ha avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato nel pomeriggio del 29 novembre scorso".

La cinica condotta della Panarello

Il quadro che emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari è molto chiaro e netto. Il gip sottolinea la "cinica condotta tenuta" da Veronica Panarello e la "evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze, con un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e priva del più elementare senso d’umana pietà", oltre a una incapacità di controllare gli impulsi omicidi. Secondo il giudice, oltre al pericolo di fuga c’è anche quello che possa "commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede". Tra l’altro, annota il gip, la donna ha "senz’altro mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola. Veronica Panarello la mattina del 29 novembre scorso non è andata verso la scuola di Loris, come si evince chiaramente dalle immagini". Sulla circostanza avrebbe "ripetutamente mentito ostinandosi" a dire il falso perché il suo racconto sarebbe "incompatibile con quanto ripreso dalle telecamere". Inoltre, la ricostruzione della Procura, basata su indagini di Carabinieri e Polizia, "non è inficiata dalle dichiarazioni del vigile urbano" donna in servizio davanti la scuola Falcone-Borsellino. L’agente della Polizia municipale ha precisato di "non potere dichiarare con assoluta certezza di avere visto transitare l’autovettura della Panarello proprio quella mattina piuttosto che nei giorni precedenti". E, per il Gip, vista "l’incompatibilità" tra le sue affermazioni e i "dati oggettivi delle immagini riprese dalle videocamere, non si posso ritenere attendibili le sue dichiarazioni".

La ricostruzione del giudice

Ecco poi la ricostruzione del gip: "Dopo la valutazione degli elementi di prova si può affermare con ragionevole probabilità che Veronica Panarello, il 29 novembre scorso, non ha accompagnato il figlio Loris a scuola e che è passata dal luogo dove è stato trovato il corpo del piccolo per due volte, alle 8:33 e alle 9:25, rimanendo circa sei minuti in quella zona nella seconda occasione". L’orario del secondo passaggio dell’auto nella strada del Mulino Vecchio è compatibile con l’ora della morte del bambino, stimata dal medico legale tra le 9 e le 10". Il giudice sottolinea che Veronica Panarello ha "negato decisamente di essersi mai recata sul luogo dove è stato trovato il corpo di Loris", sostenendo di non conoscerlo. Circostanza, rileva, "non corrispondente al vero e smentita da un’intercettazione tra la madre dell’indagata, Angela Anguzza, e sua sorella Antonella Panarello, da cui risulta, invece, che la donna andava sempre a prendere l’acqua con la mamma da una fontana che dista dal posto circa 50 metri".

I due tentativi di suicidio

Veronica Panarello ha tentato per due volte di togliersi la vita: nel 2003 bevendo candeggina e nel 2004 cercando di impiccarsi con un tubo di irrigazione nero legato a una trave. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari di Ragusa, Claudio Maggioni, nel provvedimento di convalida del fermo di Veronica Panarello per l’uccisione del figlio Loris, di 8 anni, nel sottolineare la "personalità molto problematica dal punto psicologico" della donna. L’episodio del 2004, avvenuto dopo un diverbio con il padre, si è concluso con il suo ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Ragusa. Ma, sebbene risulti in due verbali dei Carabinieri, lei ha negato l’accaduto sia alla Procura sia al gip sostenendo che era "una storia inventata dalla madre e raccontata" ai militari dell’Arma intervenuti sul posto. Veronica Panarello ha la tendenza a "negare anche l’evidenza". E una prova significativa di questo atteggiamento è "un’immagine che la riprende alla guida della sua vettura dove è riconosciuta dal marito Davide Stival", in una strada dove aveva detto di non essersi recata.

Eppure di fronte a questa contestazione "l’indagata non dà alcuna spiegazione ribadendo di avere seguito il percorso già descritto".

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