Cronache

Luca Bizzarri a gamba tesa: "C’è un’altra pandemia mondiale: centrosinistravirus"

In un'analisi semiseria sull'evoluzione dello spoglio delle elezioni USA, Luca Bizzarri colpisce e affonda il modus operandi del centrosinistra

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Le elezioni americane stanno catalizzando l'attenzione del pianeta, che da ormai molte ore vive col fiato sospeso in attesa di conoscere il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America. Impossibile, a ora, fare una previsione con un accettabile margine di certezza su chi occuperà la Casa Bianca per i prossimi anni. Continuerà a essere Donald Trump l'inquilino della White House o Joe Biden gli succederà? Con lo spoglio ancora in corso e gli Stati chiave in bilico, gli esperti e gli appassionati si dilettano in previsioni, statistiche, proiezioni e analisi. Tra il serio e il faceto, questa mattina anche l'attore Luca Bizzarri si è spinto in una sua personalissima digressione, che non menziona mai il nodo americano e che, per come è stata posta, potrebbe anche riferirsi alla situazione italiana.

"C’è un altro virus, una pandemia mondiale, si chiama centrosinistravirus. Gli effetti sono questi: metti un candidato che non vale una sega e poi se non stravince ti chiedi cosa mai sarà successo", ha scritto Luca Bizzarri su Twitter. Un'analisi ironica, ma non troppo, sul modo in cui in queste ore ci si interroga su quale potrà essere il risultato finale della tornata elettorale. Biden sembrava il grande favorito, i sondggi erano tutti dalla sua parte e per molti esperti la sua sarebbe dovuta essere una vittoria netta, con risultati certi già a poche ore dall'inizio degli spogli. Man mano che procede la conta dei voti, invece, si delinea all'orizzonte con sempre maggiore concretezza la possibilità che il prosimo presidente degli Stati Uniti d'America possa essere deciso in Corte Suprema. Joe Biden è stato fortemente sostenuto da molti personaggi noti, che nel corso dei mesi e delle settimane hanno fatto il loro endorsement alla causa democratica, facendo leva anche sulla crisi pandemica e sugli scontri dei Black Lives Matter che hanno messo a ferro e fuoco gli USA da giugno in poi. Di contro, Donald Trump è riuscito a parlare meglio al cuore del Paese, ha fatto presa sulla pancia degli Stati Uniti. Non sono mancati gli endorsement importanti nemmeno per il candidato uscente, di fede repubblicana, ma gran parte dei sondaggi non lo davano come probabile vincitore.

Luca Bizzarri ha analizzato proprio questo aspetto, sottolineando come non sia sufficiente avere la simpatia dell'elettorato, che appoggia i punti della campagna elettorale di un determinato schieramento politico, quando il suo rappresentante non viene visto come un leader e una persona valida a cui affidare in mano le sorti del Paese.

In questo caso, della prima potenza mondiale.

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