Cronache

"No al crocifisso nei tg". Serra ora contrattacca: "Satanista tua sorella…"

Il giornalista di Repubblica replica alle critiche ricevute per essersi espresso contro l’utilizzo del crocifisso nei telegiornali Rai

"No al crocifisso nei tg". Serra ora contrattacca: "Satanista tua sorella…"

Michele Serra ha criticato la scelta di Marina Nalesso di indossare il crocifisso (come già fatto in passato al Tg1), tenendolo in bella mostra, durante la conduzione di un'edizione del Tg2, ed è stato sommerso da accuse e dita puntate.

Nella sua consueta rubrica L'Amaca sulle colonne di Repubblica, il giornalista (il 17 giugno) ha scritto: "Ma almeno per ipocrisia, almeno per uno scrupolo formale, almeno per fare finta che, tra gli utenti pagatori di canone, ne esista qualcuno che preferirebbe evitare i simboli religiosi al collo di chi esercita una funzione pubblica, ovvero di tutti: non si potrebbe cortesemente evitare?". E ha aggiunto: "In Francia condurre un telegiornale con un crocefisso al collo, a meno che non si tratti di un'emittente religiosa privata con preti e suore nel palinsesto, sarebbe inconcepibile; forse anche un reato, perché è vietato ostentare simboli religiosi nei luoghi pubblici". E dunque concluso, attaccando il telegiornale della seconda rete: "Amici del Tg2, che ne direste di sospendere almeno per i pochi minuti della messa in onda la vostra fervente battaglia? Basta infilare il crocefisso sotto la camicetta, badando che non urti il microfono".

La sua Amaca, come spesso accade, non è passata inosservata e in tanti hanno voluto rispondere per le rime alla sua uscita, accusandolo di cristo-fobia e crocifisso-fobia. E non solo: a fare la lista degli attacchi ricevuti ci ha pensato lui stesso, proprio nell'Amaca del 19 giugno: "Massone, satanista, servo dell'Islam. Sono alcune delle imputazioni leggibili nella raffica on line (innescata da un paio di giornalisti di destra, disonesti lettori delle mie parole e di conseguenza disonesti nello scrivere le loro) della quale sono bersaglio per avere sostenuto che non si dovrebbe condurre il tigì di un servizio pubblico (che è di tutti) con il crocefisso al collo.

Concetto diventato, nella distorsione consapevole data in pasto al branco degli inconsapevoli (che non mi hanno letto, e non mi leggeranno mai), 'Serra vuole vietare il crocefisso'".

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