Cronache

Il premio del Colle che sdogana l'Islam

Il premio del Colle che sdogana l'Islam

La giornalista Asmae Dachan, paladina di un combattente jihadista condannato all'ergastolo, è stata nominata ieri Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica su proposta dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni colpevole di aver eccepito, assieme ai senatori Paolo Romani e Maurizio Gasparri, che le frequentazioni della Dachan mal si coniugano con un'onorificenza del Quirinale viene invece attaccata da Avvenire e dal Pd. Ma partiamo dalle frequentazioni di Asmae Dachan, giornalista italo-siriana figlia di quel Nour Dachan fondatore dell'Ucoii e leader, a suo tempo, della componente siriana dei Fratelli Musulmani. Esser figlia di qualcuno non significa condividerne le idee, ma purtroppo Asmae Dachan non ha partecipato al conflitto siriano solo da brava e apprezzata giornalista. Nel marzo 2012, come si vede su YouTube, è l'appassionata oratrice di una manifestazione in cui chiede il sostegno alla causa dei ribelli siriani. Con lei c'è Haisam Sakhanh, un elettricista siriano che mesi prima, il 16 luglio 2011, ha organizzato l'assalto al bar «Millennium» di Cologno Monzese massacrando a bastonate due connazionali colpevoli d'appoggiare il presidente Bashar Assad. Un mese prima della manifestazione milanese ha inoltre guidato, assieme ad Ammar Bacha, fidanzato al tempo della sorella della Dachan, un assalto all'ambasciata siriana di Roma al termine del quale i due sono stati arrestati e rinviati a giudizio. Per Asmae quelle violenze sono un «gesto, dall'alto valore simbolico... fatto in nome del diritto alla vita del popolo siriano... dedicato alle donne, ai bambini, ai giovani». Le successive azioni di Sakhnah sono meno simboliche. Riparato in Siria e unitosi ad un gruppo jihadista si fa filmare mentre partecipa all'esecuzione di 17 prigionieri assassinati con un colpo alla nuca. Un crimine per il quale, quando rientra in Europa passando dalla Svezia, viene arrestato e condannato all'ergastolo. È singolare che i rapporti della giornalista con l'assassino Sakhanh, denunciati da Giorgia Meloni, vengano liquidati come «fuori luogo» dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche Franco Elisei responsabile della candidatura della Dachan. Anche perché, così stando le cose, ci sarebbero molti altri colleghi meritevoli di aver raccontato la Siria dall'una o dall'altra parte senza mai schierarsi apertamente con uno dei due contendenti. E senza mai prendere le parti di personaggi discussi e violenti rivelatisi responsabili di gravi crimini. Ma il punto centrale di questa storia è quello politico. Come successo a Milano, dove Pd e sinistra cattolica scelsero, a suo tempo, di far fronte comune con l'islamista velata Sumaya Abdel Qader preferendola alla musulmana moderata Maryan Ismail anche il cavalierato ad Asmae Dachan punta a legittimare l'esistenza di un Islam moderato, tollerante e dialogante. Peccato che alla fine Pd e cattolici lo identifichino con quelle forze della Fratellanza Musulmana che non ha mai rinunciato a teorizzare la preminenza della «sharia» sulle leggi dello Stato. Una realtà ampiamente dimostrata dall'involuzione violenta e radicale delle «primavere arabe» in Egitto, Libia e Siria.

Il Cavalierato alla Asmae Dachan è, insomma, solo un altro piccolo passo verso quella «sottomissione» che in Italia - grazie a Pd e cattolici di sinistra - non è più soltanto un bel libro.

Commenti