Cronache

Manca persino il defibrillatore: il tribunale di Milano è fuorilegge

In tribunale manca un defribbillatore, matasse di fili sono aggrovigliate in Corte d'Assise, ma i costosissimi schermi inutilizzati sono ovunque

Manca persino il defibrillatore: il tribunale di Milano è fuorilegge

Nell'aula di Corte d’Assise del tribunale di Milano, dove si celebrano i processi più delicati, le matasse di fili elettrici scoperti e aggrovigliati sono sotto gli occhi di tutti. Eppure nessuno le vede. Nessuno fa qualcosa per rimediare. E se un avvocato o un imputato dovesse accusare un malore al terzo piano del palazzo, sarebbe costretto a fare a meno del defibrillatore, l’attrezzo salvavita obbligatorio per legge nei luoghi di lavoro. In tutti, tranne che nel tribunale: l’armadietto c’è e c’è anche la segnaletica per raggiungerlo. Ma l’attrezzo manca, da anni. Per non parlare dei fascicoli giudiziari alla mercé del primo che passa (guarda il video) che invece dovrebbero essere custoditi gelosamente; dei cantieri aperti in cui regna sovrana la scritta "vietato l’accesso", che in realtà sono accessibili a chiunque; delle discariche di mobili, sedie e vecchi pc al piano interrato; degli ascensori lentissimi e sempre fuori servizio; delle famose balaustre che ad ogni piano separano dallo strapiombo delle scale e degli androni, e che arrivano a stento al ginocchio. Sono così da sempre. Hanno già visto, in passato, due persone lanciarsi volontariamente nel vuoto, ma se qualcuno dovesse cadere a causa di un malore, di chi sarebbe la responsabilità? Chi ne risponderebbe?

Si fa presto a dire che la causa di tutto questo sia la mancanza delle risorse. "Ritengo che i soldi ci siano", ammette il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, in qualità di componente della Conferenza permanente, ex Commissione di manutenzione, che riunisce rappresentati di procura, Corte d’Appello, procura generale, Comune, Soprintendenze e ministero della Giustizia, e che dovrebbe vigilare sulle condizioni del palazzo. Certo è che molti soldi negli ultimi anni sono stati spesi (come si vede nel video) per acquistare un paio di Passat blindate nuove di zecca, il red carpet di trentacinque metri apparso di recente in procura generale ma, soprattutto, gli innumerevoli schermi, piazzati ovunque nel palazzo, costati quasi tre milioni di euro, da anni perennemente accesi e inutilizzati.

Ma se i soldi ci sono, perché la situazione continua a essere questa? La causa è da ricercare nella "sottovalutazione di piccole e grandi disfunzioni che devono essere in questo momento prese in carico e rimediate".

L’augurio è che accada al più presto, anche se il pronostico dello stesso presidente Danovi non fa ben sperare: "Se mi chiede un appuntamento per verificare un cambiamento, posso dire che io sarò qui ancora per due anni, fino al 2018, e non so se riuscirò a fissarlo".

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