Cronache

Starbucks arriva in Italia. "Sarà perfetto, ma nulla da insegnarvi"

Il Ceo di Starbucks racconta l'avventura italiana. Nuove tecnologie e "perfezione"

Starbucks arriva in Italia. "Sarà perfetto, ma nulla da insegnarvi"

Il sogno era quello di riuscire ad aprire anche qui. Howard Schultz, amministratore delegato di Starbucks, ora è arrivato e per la fine del prossimo anno aprirà la prima caffetteria a Milano, conferma in due interviste, a Repubblica e al Corriere della Sera, in cui dice di avere scommesso "sulla capacità di attrarre società e capitali" e di essere "catalizzatore per altri investimenti di grandi gruppi internazionali".

A quasi 50 anni (46 per la precisione) dall'apertura del primo punto vendita a Seattle, il gruppo che fattura 21 miliardi di dollari all'anno ha fatto molta strada e ora è pronta al mercato di casa nostra - e a convincere gli scettici - anche grazie al negozio europeo più grande, quello che nascerà nel capoluogo meneghino.

Le polemiche, intanto, sono già arrivate, prima dell'apertura, per il progetto di verde al Duomo sponsorizzato dalla catena di caffetteria. Quelle palme e quei banani che a molti sono piaciuti, ma hanno fatto gridare molti altro allo scandalo.

"Ci abbiamo messo così tanto ad arrivare fin qui perché tutto doveva essere perfetto, ma sono fiducioso", dice Schultz, che aggiunge: "Non abbiamo nulla da insegnare agli italiani sul caffè, ma abbiamo l’ambizione di mostrarvi la nostra diversa interpretazione della stessa bevanda".

Render dello Starbucks di Milano a Cordusio

"Ci sarà il nitro caffè (estratto a freddo utilizzando l'azoto liquido), infusioni di caffè e bevande innovative. Il cliente vedrà tubi che attraverseranno i soffitti, nei quali passano i grani. Potrà comprare le miscele e i nostri prodotti legati al marchio. Poi ci sarà la tecnologia: wifi super veloce, musica con i partner di Spotify, servizi di pagamento Fintech".

E fa sapere la sua anche sulla polemica legata alle palme: "Devo essere sincero, il dibattito sulle palme ci ha davvero stupito: quando entriamo in una città nuova, soprattutto in una interessante e dinamica come Milano, vogliamo dare subito qualcosa per farci benvolere. Per questo la reazione della cittadinanza ci ha colpito molto.

Allo stesso modo, però, voglio essere molto chiaro: Starbucks non ha disegnato il giardino, noi siamo semplicemente gli sponsor dell’iniziativa".

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