Cronache

Torino, il barbecue dei migranti: spiedini di topo e nutrie arrosto

Denunciate cuoche nigeriane che in strada a Torino vendevano nutrie, topi e pesci di fiume: l'arrosto conservato in cartoni

Torino, il barbecue dei migranti: spiedini di topo e nutrie arrosto

Un barbecue di tutto rispetto: roditori alla griglia, primissima qualità e chilometro zero. Torino, Porta Palazzo. Sulla strada un gruppo di arrostitrici nigeriane vende a prezzi stracciati degli spiedini di ottima carne nostrana. Niente maiale né vitello: solo nutrie "doc" del Lungo Po, animaletti (poco) simpatici che infestano da qualche tempo il fiume che bagna la città della Fiat.

Alcuni giorni fa gli agenti della polizia municipale torinese, mettendo a segno uno dei tanti blitz contro il commercio abusivo, si sono trovati di fronte ad una scena imbarazzante. Conservato dentro cartoni appoggiati in strada, faceva capolino un menu variegato di animali "mal conservati" e grigliati all'occorrenza: nutrie arrostite e infilzate, spiedini di topi e pesci di fiume essiccati. Tutti in vendita per pochi euro.

Paghi uno e rischi di prendere chissà quale malanno. La polizia, guidata dal comandante Emiliano Bezzon, ha denunciato le nigeriane per le condizioni di conservazione del cibo e le ha multate per la vendita non autorizzata di nutrie, topi e pesci.

A osservare le foto si rimane impietriti. Passi il pesce essiccato, anche se non meriterebbe certo una stella Michelin. Ma vedere il musetto da castorino della nutria imbrunito dalla brace fa un po' effetto. Per non parlare poi degli spiedini di ratto. In questo caso non vale neppure il detto "occhio non vede cuore non duole", considerato quanto è riconoscibile il baffetto della nutria post arrostitura.

"C’è un serio problema sugli alimenti venduti per strada illegalmente o mal conservati, dalla carne al pesce, ma anche latte e pane", ha fatto sapere Bezzon durante la Commissione sull’abusivismo commerciale, come riporta La Stampa. Le nutrie catturate, uccise e arrostite sarebbero almeno 10.

Chissà se anno prossimo vedremo le "cuoche" nigeriane a Masterchef, magari insieme al nigeriano che nel centro profughi banchettò con dell'ottimo cane alla griglia.

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