Brexit

La Commissione Ue vieta la fusione delle borse di Londra e Francoforte

Il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato stamattina che un matrimonio fra le due borse avrebbe "creato un monopolio de facto"

La Commissione Ue vieta la fusione delle borse di Londra e Francoforte

La fusione fra le borse di Londra e di Francoforte non si farà più. La notizia arriva proprio nel giorno in cui la lettera con cui il premier britannico Theresa May avvia le procedure per il divorzio fra il Regno Unito e la Ue.

La commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager ha annunciato stamane che un matrimonio fra il London Stock Exchange e Deutsche Boerse avrebbe "considerevolmente ridotto la concorrenza con la creazione di un monopolio de facto in un settore chiave", senza che le parti in causa avessero adottato i necessari correttivi. "Un tale monopolio avrebbe avuto un effetto di trascinamento sui mercati a valle della conservazione dei titoli e della gestione delle garanzie", spiegano infatti dalla Commissione Europea.

Inoltre, la fusione di due delle piazze più importanti del Vecchio Continente avrebbe soppresso ogni concorrenza di tipo orizzontale per la negoziazione e la compensazione dei prodotti derivati sulle azioni individuali (fondate sulle azioni di società del Belgio, dell'Olanda e della Francia).

"L'economia europea - ricorda la Vestager - dipende dal corretto funzionamento dei mercati finanziari. Questo non è importante solo per le banche e altri istituti finanziari. L'intera economia beneficia in cui le aziende possono raccogliere fondi sui mercati finanziari competitivi."

Quella che potrebbe sembrare una questione meramente tecnica, però, ha anche dei risvolti politici, come sottolinea la stampa anglosassone: la fusione fra Francoforte e Londra era stata annunciata nel marzo dell'anno scorso, prima del referendum sulla Brexit. Alle complicazioni tecniche e legislative si sono quindi aggiunte le tensioni politiche.

Oggi la parola definitiva di Bruxelles su un matrimonio che evidentemente non s'aveva da fare.

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