Economia

Ecco chi andrà in pensione (e chi no) con la nuova "quota 100"

Per Di Maio 500mila persone lasceranno il lavoro. Ma ci sono delle incognite: dai costi per lo Stato al taglio agli assegni

Ecco chi andrà in pensione (e chi no) con la nuova "quota 100"

Quota 100 sì oppure no? Converrà andare in pensione con la somma tra età e contributi? Tito Boeri dice che, soprattutto i dipendenti pubblici, ci perderanno fino a 500 euro al mese. Ma la domanda vera, in attesa che la legge di Bilancio diventi qualcosa in più, è quanti italiani potrebbero diventare i beneficiari della riforma che intende superare la legge Fornero.

Luigi Di Maio, ospite a Porta a Porta, ha parlato di 500mila persone che, grazie alla Quota 100 e alle quattro finestre l'anno previste, potranno lasciare il lavoro per dedicarsi al riposo. Ma forse è una cifra eccessiva.

Il governo non ha fornito simulazioni reali su quante persone potranno andare in pensione. La bozza della manovra, arrivata alla Commissione Ue, parla di una soglia minima di contributi di 38 anni per raggiungere il totale di 100 tra età e versamenti (dunque non si potrà andare a casa con 63 anni e 37 di contributi). La società Tabula che aveva fatto due simulazioni prima che venisse pubblicato il documento programmatico del governo. Nella prima (47,5 anni di contributi minimi per uscire dal lavoro), a beneficiare della riforma sarebbero state 660mila persone. Ma non sembra essere questo il caso dell'attuale norma pensata da Lega e M5S. Il secondo studio prendeva invece in considerazione un pensionamento con un'età minima di 62 anni e prevedeva un coinvolgimento di 350mila persobne, con un costo per lo stato di 8,5 miliardi il primo anno e 11 miliardi una volta a regime. Ma per Boeri, come sottolinea l'Agi, il costo della riforma governativa costerebbe addirittura 140 miliardi in dieci anni. Ma Lega e M5S smentiscono.

C'è poi la questione del taglio all'assegno.

"Anticipare" il pensionamento rispetto all'attuale legge in vigore (la Fornero) costerebbe qualcosa ai contribuenti, che si vedranno comunque decurtati gli assegni a causa del mancato versamento dei contributi per gli anni in cui non lavoreranno.

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