Economia

In Ferrari torna alla ribalta il «progetto Dino»

Marchionne valuta di aggiungere in gamma una 6 cilindri. Le stime di Akros

Pierluigi Bonora

E ora tocca a Ferrari. Domani, alle 14, nella sede storica di Maranello, il cda approverà la prima trimestrale fuori dal perimetro di Fca. Al di là dei numeri che saranno snocciolati, è atteso l'avvicendamento tra Amedeo Felisa e Sergio Marchionne (doppio incarico: presidente e ad). Per Felisa, confermato plebiscitariamente dall'assemblea nel cda, il ruolo di super consulente. E ancora al di là dei numeri relativi al primo trimestre 2016, resta da vedere se Marchionne darà lumi sulle future strategie di Ferrari «by Exor», cioè di casa Agnelli. Girano, in proposito, molte voci. Tra i dossier aperti sul tavolo del numero uno Marchionne e dei suoi più stretti collaboratori ce ne sarebbero due in evidenza: lo studio di fattibilità di una entry level a 6 cilindri, magari da far coincidere con il lancio della nuova California previsto nel 2019; e il tema ibrido/elettrico, quest'ultimo comune a tutti i produttori di supercar.

L'idea di un ritorno del «progetto Dino», nel senso di aggiungere in una gamma costituita da supercar a 8 (California T, 488 Coupé e Spider) e 12 cilindri (F12berlinetta e Gtc4 Lusso), senza contare le «serie speciali», sarebbe da tempo nella testa del presidente. Ciò consentirebbe soprattutto una crescita «controllata» dei volumi e un allargamento del bacino di utenti, ovviamente a beneficio dei conti. Del resto, il Cavallino un motore a 6 cilindri ce lo ha già, ed è quello che fornisce a Maserati per Ghibli e Levante, in questo secondo caso potenziato a 430 cavalli. Il capitolo green. Con LaFerrari è già stato portato a termine l'esperimento di un motore ibrido. E anche qui ci potrebbero essere novità in futuro. Per l'elettrico, in più occasioni, lo stesso ad Felisa aveva precisato che non esiste che entri in produzione una Ferrari «silenziosa». Il tema di fondo, dunque, è come interpretare una possibile svolta anche elettrica, magari dettata da particolari normative in alcuni mercati mondiali, in chiave logicamente Ferrari. Si vedrà. Nel frattempo gli analisti di Akros hanno presentato le loro stime sul trimestre: ricavi in crescita del 4% (646 milioni), Ebit +8,3% (101,8 milioni) e un utile netto in lieve calo (-2,3%) a 63,3 milioni.

Di 40 euro, invece, il prezzo obiettivo delle azioni a Milano (l'ultima chiusura: 39,32 euro).

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