Economia

GM firma la tregua in Canada e mette pressione su Fca

Ora Marchionne rischia il braccio di ferro coi sindacati sul rilancio della vecchia fabbrica vicino a Toronto

Pierluigi Bonora

Si scalda il clima in Canada per le ritrovate Big Three. È tempo di rinnovo contrattuale per il settore automotive (oltre 20.500 i lavoratori interessati) e il primo match, che ha visto al tavolo Gm e Unifor, il sindacato locale del settore, si è concluso con un'intesa temporanea. Il risultato immediato per il colosso guidato da Mary Barra è stato quello di evitare uno sciopero con il conseguente blocco delle fabbriche. L'accordo sarà ora sottoposto al giudizio della base, cioè i lavoratori del gruppo di Detroit. Se il voto sarà favorevole, lo schema contrattuale farà da impalcatura - come accade solitamente Oltreoceano per gli altri due costruttori, cioè Ford e Fca.

In Canada, comunque, il sindacato è molto agguerrito. Le scelte politiche di non applicare incentivi agli investimenti e sgravi fiscali hanno avuto come conseguenza la decisione dei gruppi di guardare, per i nuovi impianti, soprattutto al Messico. A questo si aggiunge l'allarme lanciato da Sergio Marchionne, ad di Fca, secondo il quale l'eventuale ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca metterebbe a rischio il futuro produttivo sia di Canada sia dello stesso Messico. Il tycoon avrebbe infatti tutta l'intenzione di rivedere i patti commerciali che hanno portato alla nascita del Nafta.

Guardando al presente, comunque, Ford ha già deciso di spostare la produzione delle vetture compatte dagli Usa al Messico, dove, tra l'altro, nel 2018 nascerà un nuovo stabilimento (1,6 miliardi di dollari l'investimento) che, nei quattro anni successivi, occuperà circa 2.800 persone. Il sito diventerà l'hub di Ford per il Nord e il Sud America, il quarto polo più importante dopo Usa, Cina e Germania. Anche Fca è presente in Messico: a Toluca sforna la gamma Fiat 500 per il mercato americano, insieme ai modelli Dodge Journey e Fiat Freemont; a Saltillo, invece, nascono i grossi pick-up e i potenti motori V8.

Rispetto a Ford, orientata per il futuro più al Centro America, Fca per ora non ha fatto trapelare novità sui suoi impianti canadesi. Quello di Windsor (Ontario), in particolare, è stato da poco rinnovato per ospitare anche la produzione del minivan Chrysler Pacifica, primo modello del gruppo a montare un motore ibrido plug-in e scelto per consentire a Google di sperimentare i sistemi di guida autonoma. Quello che il sindacato potrebbe sollecitare a Marchionne è l'avvio di una linea per un'altra novità. C'è poi la fabbrica di Brampton, vicino a Toronto, dalla quale escono le imponenti Dodge Challenger e Chrysler 300. Il braccio di ferro tra Fca e Unifor potrebbe riguardare proprio Brampton, impianto piuttosto antiquato e per il cui ampliamento occorrerebbe un forte investimento. Tra gli osservatori c'è chi lo paragona, per il tipo di problematica, allo storico sito Maserati di Modena. In Canada per Fca lavorano 10.000 persone: 6.000 a Windsor, 4.000 a Brampton.

Unifor, che avrebbe già ottenuto da Gm il trasferimento dal Messico della produzione di un motore, vorrà avere da Marchionne certezze sulla Modena canadese.

Commenti