Economia

Mps, il Tesoro dice "no" alla nazionalizzazione: "Ora aumento di capitale"

Domani il titolo va alla prova dei mercati. La Mansi al lavoro per trovare un accordo con il sistema delle fondazioni

La sede di Siena del Monte dei Paschi
La sede di Siena del Monte dei Paschi

Il ministero dell’Economia e delle finanze non ha nessun interesse nella nazionalizzazione del Monte dei Paschi di Siena. Secondo un portavoce di via XX Settembre sentito dall'Ansa, la priorità del governo è la restituzione dei 4 miliardi di Monti bond agli italiani. Proprio per questo l'auspicio del dicastero guidato da Fabrizio Saccomannio è che la Fondazione Mps e la banca portino a termine l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro così come deciso ieri dall’assemblea degli azionisti dell’istituto.

Dopo lo strappo all’assemblea degli azionisti tra i vertici dell'istituto e la presidente della Fondazione Antonella Mansi, domani il titolo va alla prova dei mercati. Una prova alla quale è stato già sottoposto venerdì scorso quando, dopo il rinvio dell’assemblea in prima convocazione per il mancato raggiungimento del quorum, è stato chiaro cosa sarebbe successo l'indomani. La chiusura a 0,17 euro, con un -2,15%, non è stata però quella debacle che alcuni analisti avevano ipotizzato. La Fondazione non sembra tanto preoccupata della reazione dei mercati visto che, come deciso nei mesi scorsi per smaltire le ferie dei dipendenti, Palazzo Sansedoni resterà chiuso fino al 7 gennaio. Decisione che non è stata rivista nonostante quanto successo negli ultimi due giorni. Ferie che non interesseranno la presidente il cui lavoro per trovare un accordo con il sistema delle fondazioni, magari con il sostegno di alcuni fondi esteri, inglesi e non solo, proseguirà fuori da Siena, tra Roma e altre capitali europee. Dalla risposta che arriverà domani dai mercati si capirà anche quanto questi credono nelle possibili dimissioni di Alessandro Profumo che di questo parlerà solo davanti al consiglio di amministrazione.

Per il momento il Cda è convocato per il 16 gennaio ma qualche consigliere si aspetta una convocazione già nei primi giorni dopo l’Epifania. Qualcuno non esclude che a Profumo venga chiesto di restare e concludere il lavoro iniziato che, pur con una battuta di arresto, è stato approvato dalla Commissione europea e dal ministero dell’Economia. Solo lui potrà dare la risposta sapendo che il "toto nomine" è già iniziato.

Carlo Salvatori e Lorenzo Bini Smaghi sono tra i nomi che si fanno per la sua sostituzione, con il primo preferito all’ex membro del board della Bce.

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