Economia

Pensioni, 20 anni di riforme Così è cambiato l'assegno

Dal 1996 il valore si è ridotto del 13 per cento. E nel 2016 arriva una nuova stangata: cosa cambia per donne e uomini

Pensioni, 20 anni di riforme Così è cambiato l'assegno

Dal 2016 gli uomini andranno in pensione 4 mesi più tardi rispetto al 2015, ma avranno un taglio sulla pensione contributiva di circa l’1% a causa della riduzione dei coefficienti di trasformazione in rendita del montante contributivo che scatta l’anno prossimo. Il calcolo è di Antonietta Mundo - già coordinatrice statistico attuariale Inps - che sottolinea come per le donne si abbia un aumento della parte di pensione calcolata con il metodo contributivo del 4% in considerazione dell’età più elevata alla quale usciranno. Nel 2013, quando sono scattati i coefficienti in vigore fino a tutto il 2015, le donne andavano in pensione a 62 anni e tre mesi mentre dal 2016 saranno necessari 65 anni e 7 mesi. Quindi le dipendenti del settore privato avranno un assegno più alto dall’anno prossimo ma andando in pensione 3 anni e quattro mesi più tardi rispetto al 2013 e 22 mesi dopo rispetto al 2015. "C’è un effetto positivo sull’importo - spiega Mundo - per le donne del settore privato che escono per vecchiaia: la quota contributiva della pensione si rivaluta del 4,09% rispetto al 2015 in considerazione dei 22 mesi in più cui sono costrette ad uscire. Per gli uomini che vanno in pensione di vecchiaia i quattro mesi in più di età mitigano la riduzione dei coefficienti prevista per il 2016 , ma rispetto alla vecchiaia a 66 anni e 3 mesi con i precedenti coefficienti 2013, perdono comunque lo 0,99%". Per chi va in pensione anticipata la variazione negativa per i trattamenti erogati in anticipo rispetto all’età di vecchiaia è di 1,70% (uguale per uomini e donne all’età di 62 anni). Se si considera il coefficiente riferito ai 65 anni, tra il 1996 e il 2010 il coefficiente e di conseguenza la quota contributiva dell’assegno è diminuito dell’8,41% mentre un calo ulteriore si ha con la revisione dei coefficienti nel 2013 (-3,29%) e nel 2016 (-2,01%).

E sul piano dei calcoli arrivano altri dati che non fanno certo sorridere i pensionati. Tra il 2009 e il 2016 l’importo della pensione calcolato con il contributivo è diminuito del 13% se si considera la stessa età di uscita a 65 anni. Il calcolo tiene conto della revisione dei coefficienti nel 2010 (a quattordici anni dall’entrata in vigore nel 1996), nel 2013 e nel 2016. La prossima revisione è prevista nel 2019 e da quell’anno sarà biennale. Ecco i coefficienti che scatteranno l’anno prossimo (nella seconda colonna, i divisori,sono gli anni di vita attesi all’uscita dal lavoro).

I valori indicano il dato per il quale moltiplicare il montante contributivo per ottenere l’assegno annuale o l’importo annuo della quota contributiva della pensione (per le pensioni a calcolo ex retributivo la quota contributiva decorre dall’inizio del 2012 e per quelle a calcolo misto, meno di 18 anni di anzianità a fine 1995, decorre dall’inizio del 1996).

Commenti