Economia

Pensioni, Renzi prende tempo per non perdere voti alle urne

Da un lato la sentenza della Consulta e i vincoli Ue, dall'altro gli elettori. Già pronto un decreto per evitare di decidere

Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps
Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps

Il nodo pensioni, ora, è in cima ai problemi di Palazzo Chigi. Problemi tecnici che vanno a invischiarsi a nodi politici. Perché, se da una parte sulla testa di Matteo Renzi pendono sia la sentenza della Corte Costituzionale, che lo obbliga a rimborsare quasi 6 milioni di italiani defraudati dall'ex ministro Elsa Fornero, e Bruxelles, che impone all'Italia di non sforare il tetto del 3%, dalll'altra ci sono i pensionati che votano e che, se scontentati, potrebbero voltare le spalle al Pd a poche settimana dalle elezioni regionali. Un'eventualità che il premier, già in calo nei sondaggi, non vuole prendere per nulla in considerazione.

"Questo - dice, preoccupato, un renziano - è il verdetto che in assoluto muove più soldi di tutta la storia della Repubblica". Stando a quanto anticipato dalla Stampa, al momento il governo non starebbe nemmeno lontamente vagliando l'ipotesi di rimborsare gli arretrati a quasi sei milioni di pensionati. Una decisione che non solo scontenterebbe centinaia di migliaia di persone in piena campagna elettorale, ma farebbe sforare all'Italia il limite del 3% obbligando così la Commissione Ue ad aprire una procedura di infrazione. Per tutti questi motivi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sta cercando un escamotage per evitare il peggio. Per farlo il governo potrebbe varare un decreto che sospenda gli effetti della sentenza della Consulta per qualche settimana. Niente di illegale, sebbene sarà difficile farlo digerire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sebbene una legge vieti di approvare norme che sospendano gli effetti della sentenza, Renzi potrebbe rivalersi sul nuovo articolo 81 della Costituzione che vincola l'Italia al pareggio di bilancio. La sentenza della Consulta costerebbe alle casse dello Stato circa 12 miliardi.

E questo potrebbe, appunto, farci sforare il tetto del 3%.

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