Borsa e mercati

Rossetto e grattacieli, "oracoli" del Pil

In Germania il balzo dei cosmetici segno di recessione. L'Empire State e la Crisi del '29

Rossetto e grattacieli, "oracoli" del Pil

L'euforia delle Borse europee in queste prime sedute del 2023 sta facendo dimenticare per un attimo le ansie legate a un quadro congiunturale molto complesso. L'inflazione, anche se in Germania e Francia ha mostrato segni di raffreddamento, resta elevata, i tassi sono al 2,5% e la Bce intende proseguire con la stretta. Questo mix, riducendo potere d'acquisto dei redditi e margini di spesa per investimenti, potrebbe comportare, quanto meno, una stagnazione del Pil se non una vera e propria recessione.

Tutti gli indicatori menzionati fanno riferimento alla sfera macroeconomica, ossia quella dei grandi numeri da cui desumere le tendenze di fondo. Ma esiste anche una serie di «segnali» che, pur afferendo alla microeconomia (cioè all'analisi della nostra vita quotidiana), sono ugualmente esemplificativi dello stato di salute di un Paese o di una macroregione. Lo ha ricordato ieri il quotidiano tedesco Tagesspiegel menzionando il lipstick-effect, ossia l'«effetto-rossetto». In pratica, l'incremento delle vendite di questo cosmetico evidenzia un contesto recessivo. In pratica, se i redditi non sono sufficienti per investire su un immobile o su un'auto, ci si concentra sull'aspetto esteriore. In Germania l'anno scorso le vendite di rossetti sono aumentate del 16% a fronte di un Pil che, nella migliore delle ipotesi, dovrebbe crescere dell'1,5% zavorrato da un'inflazione che ha toccato il 10,4%. Questo indicatore microeconomico è stato «inventato» da Leonard Lauder, capo del big Estée Lauder, che sottolineò come, dopo le Twin Towers e la conseguente contrazione economica Usa, il rouge fosse di gran moda.

Un recente articolo di Results, rivista online di Deutsche Bank Corporate, ha passato in rassegna alcuni «oracoli» microeconomici, non senza mettere in rilievo alcune contraddizioni. Ad esempio, la costruzione di grattacieli sovente è un indicatore anticipatore dello scoppio di una bolla immobiliare. Durante la Grande Crisi del '29 erano in costruzione l'Empire State Building e il Chrysler Building, mentre le Sears Towers di Chicago furono ultimate nel 1974 in piena crisi energetica, mentre nel 1998 l'inaugurazione delle Petronas Towers di Kuala Lumpur anticipò la recessione indotta dal collasso dell'economia russa. Il surplus delle partite correnti degli Emirati, tuttavia, ha consentito di edificare costruzioni gigantesche senza grandi contraccolpi.

Al contrario, l'aumento della produzione di cartone è considerata un primo indicatore di ripresa economica. L'equazione è semplice: riduzione degli inventari, aumento degli ordini e delle spedizioni e maggiore utilizzo di imballaggi di cartone. Elementare, anche se la modernità con il trionfo dell'e-commerce impone una revisione dei parametri per valutare pienamente il trend.

Infine, il vero presagio della sventura: le mutande da uomo. È un bene di prima necessità e, in genere, le vendite sono stabili. Ma l'ex presidente della Fed, Alan Greenspan, era «ossessionato» dal Men's Underwear Index (indice delle vendite di intimo maschile).

Un minimo calo avrebbe annunciato tempi «duri».

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