Politica economica

Tsunami Pechino sommerge l'auto Ue

Le case del Dragone prenotano i saloni. Stellantis snobba pure Ginevra, che torna dopo 4 anni

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Il Salone dell'auto di Ginevra dei 100 anni, quello in programma dal 28 febbraio al 3 marzo 2024 nella sede del Palexpo, adiacente all'aeroporto, ospiterà per oltre il 70% stand di costruttori cinesi. E le Case automobilistiche occidentali? Un po' per snobismo, un po' per risparmiare, un po' in quanto preferiscono organizzare eventi in privato, hanno dato forfait. Tra queste, spiccano Stellantis (con tutti i suoi marchi tra italiani, francesi, tedeschi, inglesi e americani), Ferrari, Volkswagen, Audi, Bmw, Mercedes-Benz, Volvo, Jaguar e Land Rover. No anche dalla coreana Hyundai. Ancora indecise Seat, Skoda, Cupra, Porsche e Lamborghini della galassia Volkswagen, nonché le giapponesi Nissan e Toyota.

Stellantis, da parte sua, ha rinunciato anche al prestigioso Ces di Las Vegas, del prossimo gennaio, mentre ha pure annullato la presenza al recente Auto Show di Los Angeles. In questo caso la motivazione deriva dai problemi causati dal lungo sciopero per il rinnovo del contratto negli Stati Uniti.

A Ginevra, intanto, a tenere alta la bandiera europea (e francese) sarà principalmente il gruppo Renault guidato dall'italiano Luca De Meo. In qualità di presidente di Acea, l'Associazione dei costruttori europei di veicoli, sarà interessante conoscere il suo pensiero sulla «cinesizzazione» anche di quello che, fino all'annullamento forzato nel 2020 a causa della pandemia e gli stop delle edizioni successive, era considerato il più importante Salone dell'auto nel mondo. Comunque, prove generali di «cinesizzazione» sono già avvenute con successo quest'anno, a Monaco di Baviera, al Salone della mobilità, e alla lussuosa kermesse di Doha, in Qatar, la cui organizzazione ha stabilito un asse con Ginevra.

In Baviera, inoltre, per la prima volta fuori dai confini nazionali, le varie associazioni cinesi hanno organizzato il loro congresso su transizione ecologica e tecnologie automotive. Un segnale di forza, ma anche di sfida.

E così questi colossi (adesione a Ginevra anche da parte dei sempre più emergenti vietnamiti), avviata senza problemi e ostacoli l'invasione con le loro auto nel Vecchio continente, ora sono passati alla fase che prevede la rapida monopolizzazione anche delle maggiori esposizioni dedicate alle quattro ruote e alla mobilità. E lo fanno non solo con le loro anteprime elettriche, ma anche con quelle equipaggiate con motori endotermici, gli stessi che da sempre rappresentano il fiore all'occhiello dell'industria europea.

L'«occupazione» ben pagata, ovviamente, del Salone di Ginevra, consentirà alle Case automobilistiche di Pechino, che negli anni hanno assorbito il

know how tecnologico e anche umano dei concorrenti occidentali, potranno far toccare con mano le loro novità ai visitatori, sicuramente incuriositi e alla ricerca di modelli a prezzi fin da subito a portata di portafoglio.

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