Europa

Il diktat Ue sulla pesca e i rischi per l'Italia: “Sparirà un pesce italiano su tre”.

La protesta dei pescatori a San Benedetto del Tronto contro le nuove politiche europee. Il ministro Lollobrigida: “Non è tollerabile sacrificare un mondo che rappresenta la produzione di qualità”

Il diktat Ue sulla pesca e i rischi per l'Italia: “Sparirà un pesce italiano su tre”.

Ascolta ora: "Il diktat Ue sulla pesca e i rischi per l'Italia: “Sparirà un pesce italiano su tre”."

Il diktat Ue sulla pesca e i rischi per l'Italia: “Sparirà un pesce italiano su tre”.

00:00 / 00:00
100 %

Via dalle tavole un pesce italiano su tre: questo il risultato delle nuove norme europee sulla pesca. Il divieto della pesca a strascico va a colpire il settore più produttivo della flotta Italia, è la denuncia di Coldiretti Impresapesca: con la nuova normativa si apre la strada all’invasione di prodotto dall’estero, con tanto di cancellazione dai menu dei piatti più noti. Venerdì mattina è andata in scena al porto di San Benedetto del Tronto – tra i più importanti scali pescherecci nostrani - la protesta di centinaia di pescatori contro nuove politiche Ue: tra i piani di Bruxelles anche il taglio fino al 30 per cento delle aree di pesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030. La rabbia è tanta.

Coldiretti 2

In base al piano messo a punto dal commissario europeo alla Pesca e all'Ambiente Virginijus Sinkevicius, quasi tre mila pescherecci italiani saranno “affondati”. Numeri importanti, con ripercussioni degne di nota: il possibile nuovo regolamento andrebbe a penalizzare gravemente le marinerie italiane e gli stessi consumi di pesce. Come rimarcato da Coldiretti Impresapesca, a rischio molti piatti tipici della tradizione tricolore: dal brodetto con pesci di pesca d'altura (tracina, scorfano, calamaro, palombo, razza), frittura di paranza (calamari, triglie, naselli, sogliole, gamberi), moscardini lessi con le patate, calamari ripieni con interiora al forno e brodo di gallinella o torpedine con stracciatella o seppie ripiene al forno.

Un’analisi di Coldiretti Impresapesca segnala che la pesca a strascico rappresenta il 35% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno. L’impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sui consumi, ma non solo. L’allarme è legato anche al pesce straniero: più di un allarme alimentare a settimana per un totale di 63 notifiche: l’86% di tutte quelle relative ai prodotti ittici consumati sul territorio nazionale durante l’anno.

Insieme al presidente Coldiretti Ettore Prandini, presente a San Benedetto del Tronto il ministro per le politiche agricole e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida:"In Europa come in Italia noi stiamo sostenendo le ragioni dei nostri pescatori che insieme agli agricoltori sono i primi ambientalisti ma l'Europa ha lavorato molto per convincere i nostri agricoltori a non coltivare e i nostri pescatori a non pescare. Le marinerie si sono indebolite e si sono rafforzate, peraltro nello stesso bacino, senza alcuna garanzia di sostenibilità ambientale, le marinerie dei paesi terzi, dall'altra parte del Mediterraneo. Non ha senso", il suo intervento a “Uno Mattina”. Il ministro ha rimarcato che l’Italia sta lavorando per creare un’intesa per prendere posizioni perentorie, perché così le nostre marinerie rischiano di essere devastate: “Ciò non è tollerabile.

Il governo, inoltre, "ha stabilito una strategia sul piano della pesca che possa aiutare attraverso il fondo europeo Feampa al rilancio di questa attività e non al sacrificio".

Commenti