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Il figlio di Visco assunto da una società del Tesoro

Il congiunto del viceministro è stato ingaggiato da Sviluppo Italia, azienda pubblica controllata dal dicastero dell’Economia. Tra i nuovi contratti eccellenti anche il nipote del deputato ulivista Mattarella. Forza Italia prepara un’interrogazione

Il figlio di Visco assunto 
da una società del Tesoro
Roma - Da che mondo è mondo una delle maggiori preoccupazioni dei genitori è vedere i propri figli sistemati. Auspicio encomiabile che non ha lasciato immune il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. Però qui la faccenda si complica. Perché, notizia circolata in questi giorni, a Sviluppo Italia, società del ministero del Tesoro nata con la mission di attrarre nuovi investimenti e favorire la nascita di nuove imprese, pare sia approdato con un contratto di consulenza Visco jr, Gabriele, esperto di telecomunicazioni proveniente da Telecom, dove fu assunto ai tempi della gestione Colaninno.

A Sviluppo Italia, che dal 1999 (anno della nascita) si è elefantiacamente espansa fino a contare 181 società, il figlio del viceministro sarà alle dirette dipendenze dell’ad, Domenico Arcuri, in carica dal febbraio di quest’anno con il compito di riportare in asse quella che in molti hanno definito la «nuova Iri».

Una vicenda imbarazzante in cui, per essere chiari, non è il curriculum ad essere messo in discussione, ma piuttosto il rispetto di quello che Mariano Maugeri sul Sole-24 ore definisce «un galateo etico e di buon senso» che imporrebbe a figli di ministri di stare alla larga da società pubbliche.

Anche perché, se è vero che le deleghe di Sviluppo Italia (che con la Finanziaria del 2007 ha preso il nome di «Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa») sono tecnicamente nelle mani del ministero per lo sviluppo Economico, di fatto il ministero dell’Economia ne è uno dei controllori. Cosa che non è sfuggita a Isabella Bertolini (Fi), che preannuncia un’interrogazione parlamentare. «Visco il censore - attacca - non esitava a scagliarsi contro i condoni edilizi salvo poi essere condannato per abusivismo nella sua villa di Pantelleria. Poi si è reso protagonista di uno degli scandali più gravi della nostra Repubblica rimuovendo il comandante della guardia di Finanza perché indagava sui suoi compagni di partito». «Oggi - conclude la senatrice azzurra - ce lo ritroviamo di nuovo nell’occhio del ciclone perché il figlio fa parte di una serie di assunzioni eccellenti a Sviluppo Italia». E in effetti Gabriele Visco non è il solo nome «pesante» nella società pubblica. Il primo anzi è stato il nipote di Sergio Mattarella, deputato dell’Ulivo, ex ministro della difesa e fratello di Piersanti, presidente della giunta regionale siciliana, ucciso dalla mafia. Bernardo (questo il nome), in arrivo da banca Nuova, è oggi dirigente presso la direzione finanza dell’Agenzia. Ma c’è anche qualche «segato». Crescenzio Costa, figlio della seconda moglie del ministro per le riforme e l’Innovazione, Luigi Nicolais, dopo un anno e mezzo da interinale, non si è visto rinnovare il contratto. Sul perché, però, nessuno ha certezze.
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