Cronaca locale

Gallerista fatto a pezzi e gettato nel Naviglio Fermato trentaseienne

E' il corpo di Giovanni Schubert, l’uomo trovato fatto a pezzi nel Naviglio Alzaia Pavese a Milano: la vittima è un noto gallerista. E' stato l'uomo fermato, Matteo Chigorno, ad aver indicato il luogo dove trovare il corpo

Gallerista fatto a pezzi  
e gettato nel Naviglio 
Fermato trentaseienne

Milano - Contrasti negli affari. Un appuntamento per chiarirsi che si trasforma in una lite violenta. Giovanni Schubert, noto esperto d'arte milanese, titolare della galleria Borgogna, nella centralissima via Visconti di Modrone a Milano, è stato massacrato di botte e il suo presunto assassino, Matteo Chigorno, 36 anni, ha fatto il cadavere a pezzi, poi infilati in sacchetti di plastica e buttati in un canale adiacente al Naviglio Alzaia pavese, alla periferia sud di Milano.

A indirizzare le indagini verso Chigorno, in affari con Schubert, é stato il genero del gallerista ucciso. Sapeva che ieri sera aveva un appuntamento con quella persona. Il genero di Schubert ha dato l'allarme, presentandosi in questura per sporgere una denuncia di scomparsa. Troppo preciso e puntuale il suocero per non dare notizia di sé per tante, troppe ore: chiaro che era successo qualcosa di grave.

I sospetti, nel corso della giornata, hanno trovato una terribile conferma. Matteo Chigorno è stato contattato, sentito dagli investigatori che ha portato lungo il Naviglio, dove, con i sommozzatori dei vigili del fuoco, gli agenti hanno trovato i resti di Schubert, avvolti in sacchetti di plastica. L'uomo è quindi stato fermato e interrogato in questura dal pm Stefania Carlucci. Schubert, quindi, sarebbe stato ucciso a mani nude in casa di Chigorno dove i due avevano appuntamento. Sul gallerista di lui si è abbattuta la furia del commerciante d'arte: pugni, calci, fino ad ucciderlo. Poi, una volta resosi conto di quello che aveva fatto, ha ridotto a pezzi il corpo, cercando di nasconderlo nelle acque di una canale accanto al Naviglio. Giovanni Schubert era stato coinvolto, ma poi assolto, in un'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un traffico di falsi Schifano e Sironi e la sua galleria oggi è rimasta aperta. Per i vicini e il custode dell'antico palazzo sembrava una giornata normale. Fino alla notizie sconvolgente. "L'unica cosa anomala è stata che stamani è venuta la polizia a controllare qualcosa dentro - ha raccontato il custode - . Lui veniva qui quasi tutti i giorni, ma delle volte si fermava solo alcune ore, quando doveva concludere qualche affare".

Uno di questi affari è probabilmente al'origine del brutale omicidio.

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