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L'ipocrisia della sinistra (che vuole la carbon tax) sulle accise

La sinistra polemizza col governo sulle accise ma cade in contraddizione. Pd e 5s vorrebbero infatti tassare i combustibili fossili e abolire i "sussidi ambientalmente dannosi", con conseguenti rincari sui consumatori

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L'atto d'accisa - pardon, d'accusa - è sempre lo stesso: "Il governo fa la guerra ai poveri". Benché pretestuoso, lo slogan viene ripetuto allo sfinimento dalla sinistra e declinato in base alle circostanze. Negli ultimi giorni, la polemica si è concentrata sul tema delle accise, rispetto al quale è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a replicare. "Il taglio sulle accise costa 1 miliardo al mese. Se riproponessimo la misura fatta dal governo Draghi, dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 miliardi di euro l'anno, ovvero più di quello che costava il reddito di cittadinanza", ha argomentato ad Agorà, spiegando che il governo ha invece utilizzato questi fondi "per tagliare due volte il cuneo fiscale" e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di bilancio.

Accise, Pd e 5s contro il governo

La sinistra chiaramente non ha voluto sentire ragioni ed è partita a testa bassa contro l'esecutivo. "Nell'imbarazzante assenza di qualsiasi iniziativa del governo per bloccare l'aumento spropositato dei carburanti assistiamo all'ennesima mannaia calata sul potere d'acquisto delle famiglie...", ha lamentato Anna Ascani del Pd, accusando la maggioranza di aver tradito la promessa di tagliare le accise. Altrettanto duri i Cinque Stelle. "Urso la smetta di dire che i prezzi dei carburanti sono sotto controllo e riduca immediatamente, come promesso in campagna elettorale, le accise", ha tuonato il deputato pentastellato Enrico Cappelletti.

Le tasse della sinistra green

Ma le recriminazioni di sinistra sull'argomento sono solo un concentrato di ipocrisia. Mentre accusano il governo di non ridurre le accise, Pd e Cinque Stelle dimenticano infatti di promuovere politiche che nei fatti finirebbero per aumentare quelle imposte su famiglie e imprese. Nella propria mozione congressuale, Elly Schlien l'aveva messo nero su bianco: "Da tempo molti Paesi si sono dotati della cosiddetta carbon tax, traducendo in pratica un principio basilare: 'chi inquina, paga'. L’Italia ogni anno spende quasi 22 miliardi di euro in sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Vanno al più presto eliminati". Anche Giuseppe Conte, in tempi non sospetti, aveva condiviso la medesima istanza, ovvero l'abolizione di quei sussidi che agevolerebbero attività ritenute inquinanti.

Accise sui carburanti, l'eco-paradosso

Ebbene, tra i "Sad" che la sinistra vorrebbe eliminare c'è anche una differenza di accisa tra diesel e benzina di circa 11 centesimi di euro al litro (a favore del gasolio per autotrazione), per un totale di 2,6 miliardi di euro all'anno. Secondo il "catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi", bisognerebbe togliere queste agevolazioni perché incentiverebbero implicitamente l'acquisto delle auto a gasolio, che provocano un danno ambientale. Se questo è ciò che vogliono Pd e Cinque Stelle, facciamo presente che l'operazione green peserebbe direttamente sui consumatori. Altri "Sad" sono considertati alcuni sconti o rimborsi sulle accise per agricoltori, autotrasportatori, trasporto aereo e marittimo. La sinistra, che oggi si preoccupa del potere d'acquisto delle famiglie, come spiega gli effetti economici collaterali di quelle misure green tanto auspicate?

Tasse d'immatricolazione e carbon tax

I progressisti, scopertisi oggi paladini dei consumatori, sono gli stessi che in due emendamenti alla delega fiscale presentati dal Pd e dal Movimento Cinque Stelle hanno chiesto una tassa d'immatricolazione parametrata alle emissioni di Co2. Altro eventuale gravame sui cittadini, ma in nome dell'ecologia. E la tentazione della carbon tax non è certo recente a sinistra, né riguarda solamente Elly Schlein. Anche nel programma elettorale col quale i dem si erano presentati agli italiani lo scorso anno erano infatti contemplate e richeste più accise sui combustibili fossili, come previsto dalle direttive Ue sulla transizione energetica.

Ora, che la sinistra faccia da contraltare al governo è comprensibile e legittimo in un'ottica di sano confronto democratico.

Ma certe accaloratissime indignazioni su accise e tutela dei consumatori fanno sorridere e anche un po' arrabbiare, se non altro perché venate di contraddizioni e di ipocrisia.

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