La stanza di Feltri

Basta circo mediatico sui funerali di Giulia

In effetti, anche io comprendo difficilmente la scelta di trasmettere il funerale di Giulia quasi a reti unificate

Basta circo mediatico sui funerali di Giulia

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Basta circo mediatico sui funerali di Giulia

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Caro Vittorio Feltri,
sono sconvolto dall'apprendere che Mediaset trasmetta in diretta il funerale di quella ragazza! Assurdo! E chi è? Una delle tante vittime, osannata dall'informazione mediatica e dalla sorella che invece di raccogliersi nel dolore, fa sfilate carnevalesche con campanacci e accuse al Governo. Sono sicuro che lei è indignato quanto me. Mediaset sta cadendo in basso con i suoi programmi sinistrorsi.
Cordiali saluti
Italo Pesenti

Caro Italo,
in effetti, anche io comprendo difficilmente la scelta di trasmettere il funerale di Giulia quasi a reti unificate. La ritengo una decisione di cattivo gusto e, soprattutto, lesiva nei confronti delle altre vittime, le quali non hanno ricevuto la medesima attenzione, come se fossero di serie B. Emerge quasi una sorta di differenziazione tra Giulia Cecchettin e le altre donne uccise per mano di un partner o ex partner. Forse che le altre valevano di meno? Forse che le altre non meritavano corone e fasci di fiori offerti dalle istituzioni, la presenza di migliaia e migliaia di persone, lo spazio mediatico, i commenti di politici, giornalisti, opinionisti che da settimane dibattono, h24, sia sui giornali che in tv di questo delitto?

Penso che tale interesse derivi da un elemento che caratterizza questo fatto di cronaca: la strumentalizzazione politica e soprattutto ideologica che ne è stata fatta in maniera spregiudicata ancora prima che fosse ritrovato il cadavere della ragazza. Siamo arrivati ad utilizzare persino un assassinio per attaccare il governo, la destra, Meloni, Salvini, Fratelli d'Italia, individuati quali difensori del patriarcato che, a sua volta, sarebbe causa della violenza contro le donne la quale talvolta tracima nell'omicidio, chiamato rigorosamente «femminicidio». È stato tirato in ballo pure lo Stato, come se dalla sua assenza sia derivata la fine atroce riservata a Giulia dal suo ex, Filippo Turetta. Ma cosa diavolo c'entra lo Stato? In questa visione alterata della realtà, Giulia non è soltanto vittima di Turetta, bensì ella diviene vittima universale, vittima di tutti, vittima anche tua, anche mia, essendo noi maschi (fino a prova contraria), vittima dei fascisti, dei razzisti, degli omofobi, della maggioranza, degli elettori di destra, della cultura dello stupro, del sessismo, del maschilismo imperante, eccetera eccetera. Va da sé che tale strumentalizzazione si trasforma, per un meccanismo automatico e naturale, in spettacolarizzazione. Da qui il delirio del funerale trasmesso in tv, i parenti spiati dall'occhio della videocamera come fossero vip, per scandagliarne e coglierne e interpretarne ogni emozione, l'urgenza di inviare corone di fiori per non essere da meno e altresì l'urgenza di esserci per non essere giudicati male per non esserci stati.

Osservo con costernazione tutta questa messinscena finalizzata sfacciatamente allo sfruttamento di una tragedia a fini propagandistici e anche di audience. Nomini non a torto la sorella di Giulia, Elena, glorificata dalla stampa nazionale, che ormai pende dalle sue labbra diffondendo pregiudizi di genere, preconcetti da Paese islamico, accuse ingiuste e infondate. Irriverenza la mia? No, soltanto onestà.

Lasciateci almeno questa.

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